lunedì 25 marzo 2024

In libreria: Edoardo Marengo, “La pragmatica musicale nella liturgia dopo il Concilio Vaticano II. Cum musica fit sacra”, a cura di Davide Romano, prefazione di Roberto Tagliaferri, Edizioni progetto Accademia


Molto probabilmente, la presenza della musica nella liturgia potrebbe sembrare ai non addetti ai lavori quasi un fatto scontato tanto da non richiedere approfondimenti o momenti di riflessione. Invece, la questione della musica per la liturgia è una di quelle più dibattute di tutti i tempi. Le problematicità sono molteplici e le riflessioni esposte dai vari pensatori che si sono occupati di questo tema non sempre aiutano a mettere ordine, anzi tal-volta possono aumentare le perplessità.

L’autore, nel suo lavoro, passa in rassegna le varie teorie esposte nel corso del tempo da studiosi di grande rilievo cercando in tal modo di aiutare a comprendere come la presenza della musica nella liturgia non sia qualcosa di scontato o, come alcuni pensano, un di più rispetto alla liturgia stessa, ma ne è parte integrante, mezzo attraverso il quale l’assemblea dei fedeli partecipa al rito sacro in modo sacramentale. Cantare e suonare strumenti non è un fatto meccanico, ma è esso stesso incontro con Dio.

Quale musica? Quali difficoltà si incontrano nel quotidiano? Cosa può essere definito sacro e cosa no? Bisogna dare delle linee guida o si rischia in questo modo di cadere in una fissità che non permette di adeguarsi alle esigenze dei partecipanti ai riti sacri? Gli interrogativi sono molteplici. Edoardo Marengo, in modo puntuale e preciso, ci espone passo dopo passo le tesi più importanti riguardo questo complesso argomento, ma anche le questioni pratiche che affrontano coloro che in una diocesi si occupano in prima persona della musica nella liturgia.


EDOARDO MARENGO, nasce ad Alba e, dopo la maturità classica presso il liceo classico “G. Govone” di Alba (Cn), ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso lo STI di Fossano (Cn) e la Licenza in Teologia con specializzazione Liturgico Pastorale presso l’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia benedettina “Santa Giustina” di Padova, incorporato al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma. Ha svolto i suoi studi musicali presso l’Istituto Diocesano di Musica Sacra di Alba, approfondendo successivamente la metodologia dell’educazione musicale e la direzione corale. È docente di religione nella scuola secondaria di secondo grado. È diacono, direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Alba, dove da anni svolge il suo impegno pastorale nel campo musicale e teologico liturgico. È sposato con Serena e papà del piccolo Gioele.

domenica 24 marzo 2024

Consigli, non richiesti, di lettura in tempo di guerra: Dounia Ettaib, “Al Quds. Il dono di Dio per il suo popolo. Un libro su Israele”, Edizioni La Zisa

  


L’amore di una donna araba per l’ebraismo e Israele!

«Tutta la vita di Dounia è un tentativo valoroso di battere luoghi comuni, e la grande prova del fuoco, non un ostacolo ma una tappa prescelta, è Israele, la visita di quel paese (...). Il suo libro è enciclopedico, ma anche pieno di storie, di colori, di profumi». (Fiamma Nirenstein)

 

Dounia Ettaib ha iniziato la sua carriera come consulente e project manager per istituti governativi in Italia come la Provincia di Milano e il Comune di Milano. È stata membro del Comitato Islamico e membro della Commissione Immigrazione del Ministero dell'Interno italiano. Nel corso degli anni ha acquisito il suo pedigree presso grandi aziende internazionali e istituzioni pubbliche. Durante il suo mandato presso DM International, Dounia ha ricoperto il ruolo di Direttore degli affari internazionali negli uffici di Dubai e Manama. All'interno del dipartimento Commercio e investimenti di Dounia, è stata coinvolta nel commercio di società petrolifere e di gas con il Medio Oriente e la regione asiatica.

Nel 2014 ha fondato la società di consulenza sulle materie prime petrolifere e del gas D7D. La società ha una sede centrale e un ufficio di rappresentanza a Londra.

Dounia è il presidente e amministratore delegato di D7D. Sotto la guida di Dounia, l'azienda ha firmato con successo accordi e collaborato con aziende internazionali in tutto il mondo, partecipando alla costruzione e alla gestione di grandi progetti. Dounia ha firmato accordi per petrolio e altre materie prime in tutto il mondo. Nel 2016, Dounia ha portato D7D a diventare il partner ufficiale di Eurasian Investment Holdings EIH.

Dal 2017, D7D è il partner ufficiale della società eurasiatica Lionining LEFLC, è una delle maggiori allocazioni e detentrice del titolo di petrolio e prodotti petroliferi di diversi grandi paesi produttori e produttori di petrolio. Ha una solida esperienza nella gestione e nel lavoro con team multiculturali. Ha sviluppato numerosi progetti di integrazione e diversità multiculturale. Durante il periodo di confinamento ha avviato il corso multiculturale per l'Università di Limec, da 3 anni insegna integrazione delle diversità Ha ricevuto il premio Donna svizzera dell'anno 2007. 2009 Donna di Milano. Premio Ambrogino 2013. "Al Quds, il dono di Dio" è il suo primo libro.

 

lunedì 11 marzo 2024

Palermo domenica 17 marzo, XXVII Giornata della Famiglia cusmaniana

Programma fitto quello della “Ventisettesima giornata della Famiglia cusmaniana”, fondata dal beato Giacomo Cusmano, che avrà luogo domenica 17 marzo, a partire dalle ore 9,00, presso l’Hotel “San Paolo Palace” di via Messina Marine, a Palermo.

Dopo la preghiera introduttiva delle 9,30, e i saluti dei vari responsabili della Famiglia cusmaniana, alle 10,00 inizierà la tavola rotonda sul beato Francesco Spoto, morto martire in Congo il 27 dicembre 1964, a soli 40 anni, dal titolo “Signore prendi la mia vita ma salva quella dei confratelli”. Interverranno: suor Annamaria Montalbano; padre Helio Meira; padre Emmanuel Mukenge; e Rocco Gumina. Introdurrà e modererà Giuseppe Bellanti.

Dopo la pausa per il pranzo in comune, tutti i convenuti si recheranno presso la tomba del padre Spoto, nella chiesa parrocchiale Cuore Eucaristico di Gesù, sita in Corso Calatafimi 327, a Palermo, per un momento di preghiera seguito dalla visita alla mostra a lui dedicata e ai ricordi.

Infine, concelebrazione eucaristica preseduta dal superiore generale dei Missionari Servi dei Poveri, padre Salvatore Russo.

La Famiglia cusmaniana, nei rami principali, è presente: in Italia, Messico, Repubblica Democratica del Congo, Brasile, Filippine, Romania, Uganda, India e Francia. Ed è formata dai Missionari Servi dei Poveri; le Suore Serve dei Poveri; le Sorelle della Diaconia cusmaniana; l'associazione Giacomo Cusmano; e l’Associazione Ex Allievi Cusmano.

 

 

L’addetto stampa,

Davide Romano

 


giovedì 7 marzo 2024

“È la stampa bellezza!”. Palermo 13 marzo, laboratorio di giornalismo con gli alunni dell’Istituto Marcellino Corradini

 


“È la stampa bellezza!” è il titolo del laboratorio di giornalismo, organizzato da Davide Romano, che coinvolgerà gli alunni dell’Istituto Marcellino Corradini delle suore Collegine della Sacra Famiglia, a Palermo.

“Scopo del laboratorio – spiega il giornalista Davide Romano – è quello di avvicinare i ragazzi, veri e propri nativi digitali, non solo al mondo dei media tradizionali (giornali, radio, tv) e alla loro storia ma anche a quello dei social media in modo critico, creativo e responsabile anche per non essere facile preda delle fake news, che un tempo chiamavamo ‘bufale’, che sempre più imperversano, soprattutto grazie ai nuovi canali di comunicazione”.

“Una parte del corso-laboratorio – continua Romano – sarà anche a ricordare quei giornalisti che sono stati uccisi, soprattutto dalle organizzazioni criminali, per aver fatto il proprio dovere fino in fondo. E chissà che il loro esempio non spinga qualcuno dei ragazzi a scegliere un giorno quello che, nonostante tutto, rimane il mestiere più bello del mondo”.

“E, poi, come si dice – conclude ironico – è pur sempre meglio che lavorare!”.

mercoledì 6 marzo 2024

Palermo 13 aprile, Si presenta il volume “Vita di Gesù e altri scritti” dello scrittore russo Lev Tolstoj

Appuntamento sabato 13 aprile, alle ore 17, presso i locali del Centro Agape della Chiesa Cristiana Evangelica Mennonita, in via Rinaldo d'Aquino n. 9, a Palermo, per la presentazione del volume dello scrittore russo Lev Tolstoj, “Vita di Gesù e altri scritti”, curato dal giornalista Davide Romano. Modererà l’incontro il pastore della comunità Franco Arena.

“L’esigenza di superare la frammentarietà delle interpretazioni teologiche fu dunque all’origine dell’intenso lavoro di rilettura-riscrittura dei quattro Vangeli che Tolstoj iniziava e portava a termine nell’arco di due anni, fra il 1880 e il 1881, proprio allo scadere del decennio cruciale degli anni Settanta – scrive Romano nella prefazione nel libro –. Ne veniva fuori l’Unificazione e traduzione dei quattro Vangeli, cui seguiva alcuni anni dopo la pubblicazione di un compendio divulgativo, la Breve esposizione dell’Evangelo”.

“L’idea centrale dell’insegnamento evangelico è rappresentata, nella concezione tolstojana, dal Discorso della montagna, in cui Gesù pronuncia il grandioso messaggio delle beatitudini. (…) Avviene così la genesi della Vita di Gesù proposta in questa pubblicazione – continua Romano nella stessa prefazione –. La natura umana del Cristo tolstojano balza in primo piano; ma l’accento è posto sulla parola di Gesù, sulla semplicità del suo messaggio, sulla naturalezza con cui egli indica la via verso il bene, con cui cerca di orientare l’umanità, smarrita nella ricerca di un significato. Le parole di Cristo costituiscono la base anche del secondo scritto, La felicità, ma in una forma che è più quella di una piccola prosa filosofica, in cui la valenza etica dell’insegnamento cristiano viene esplicitata fino a diventare un modello comportamentale: in tal senso, forse, può apparire evidente la straordinaria attualità, o meglio, l’immortalità del messaggio religioso, così come ci viene consegnato dall’impareggiabile scrittore russo”.

Nell’ambito della stessa iniziativa, verranno presentati anche altri due volumi del celebre narratore russo: “Riflessioni di un vegetariano”, sempre curato dallo stesso Romano; e “I piaceri viziosi”.

martedì 5 marzo 2024

“Le buone letture”, Nasce il book club delle letture della tradizione cristiana


Un book club, anche online, di libri della tradizione cristiana. Si chiama “Le buone letture” l’iniziativa del giornalista Davide Romano, fondatore del gruppo di volontariato La Compagnia del Vangelo, nata per condividere e discutere, alla maniera dei club del libro diffusi nel mondo anglosassone, testi spesso poco conosciuti eppure ricchi di spiritualità e di dottrina.

“Scriveva San Bernardo – dichiara Romano - che ‘la lettura spirituale ci prepara alla preghiera e alla pratica delle virtù’. Così le buone letture possono essere un buon ausilio per chi vuole condurre una vita autenticamente cristiana al riparo dal rumore e dalle inutili distrazioni del nostro mondo che non fa altro che riempiere le nostre orecchie, i nostri occhi e la nostra mente di spazzatura”.

“Per fa questo – continua -  ho selezionato alcuni testi classici, ma incredibilmente attuali, da leggere con tutti           quelli che vorranno. Ogni libro sarà introdotto da un video o da un saggio in modo da renderne più profittevole e agevole la lettura”.

Ricco il programma. “A marzo – conclude il giornalista - leggeremo ‘La Lettera a Diogneto’;  ad aprile ‘Il Pastore di Erma’; a maggio le ‘Confessioni’ di Agostino d'Ippona; a giugno l’‘Itinerarium Mentis in Deum’ di Bonaventura da Bagnoregio; a luglio l’‘Elogio della follia’ di Erasmo Da Rotterdam; ad agosto il ‘Libro della mia vita. Autobiografia’ di Teresa d’Avila”.

Per info: lacompagniadelvangelo@yahoo.it

 

lunedì 26 febbraio 2024

La chiamano religione, ma è bramosia di possesso

 


Il database del Centro Studi di Abusi Psicologici rileva «che l’abuso spirituale è vivo e vegeto in molti contesti religiosi, non solo quelli per i quali è più facile presupporre possano tendere alla deriva settaria»

La chiamano religione, ma è bramosia di possesso. Possesso degli altri, possesso di Dio, di cui ci si appropria per soddisfare la propria ossessione di dominio. La tesi con la quale la musicista Maria Teresa Pizzulli ha conseguito la laurea in Scienze Bibliche e Teologiche alla Facoltà Valdese di Teologia, relatore il pastore Sergio Manna, correlatore lo psicoterapeuta Luigi Corvaglia, affronta un tema quanto mai scottante alla luce dei recenti casi di cronaca: l’ abuso spirituale, tanto invisibile quanto devastante e distruttivo, tanto sfuggente quanto ancora difficile da definire a livello penale, se non quanto arriva alle estreme conseguenze.

Il database del Centro Studi di Abusi Psicologici (CeSAP) di cui da cinque anni Pizzulli è segretaria, rileva «che l’abuso spirituale è vivo e vegeto in molti contesti religiosi, non solo quelli per i quali è più facile presupporre possano tendere alla deriva settaria. Piccole e grandi chiese, inorganizzate o organizzate, registrano al loro interno vari tipi di abusi (verbali, fisici, sessuali…) generati dall’ abuso spirituale».

Resta il fatto che ci sono delle tipicità, delle caratteristiche che uniscono tali devianze, a partire dai leader, fautori di sudditanza, condizionamento mentale, manipolazione. Il lavoro di Pizzulli parte dal massacro di Shakaola dell’aprile 2023, in Kenya, dove centinaia di persone furono indotte al suicidio dal loro capo Paul Mackenzie della Good News International Ministries Church, digiunando fino alla morte per incontrare Gesù. Mackenzie come Jim Jones, il padre pedofilo dei “Children of God” David Berg, il torturatore di bambini ed ex nazista delle SS Paul Schӓfer, erano tutti seguaci del predicatore americano William Branham. Misogino, omofobo, razzista, Branham obbligava gli adepti all’ osservanza rigida di regole sull’abbigliamento, sull’alimentazione, vietava lo sport e la musica, la scuola pubblica ai bambini.

«Nelle chiese a deriva settaria – rimarca Pizzulli – la fede è adesione incondizionata al messaggio del leader, unico dispensatore di salvezza». Basandosi su una fede puramente emozionale, Branham approdò in Kenya negli anni ’50 del Novecento, facendosi credere il Cristo disceso dal cielo. La mistica della leadership unita spesso a un messaggio apocalittico, millenarista, provoca nell’uditorio aspettative di miracoli, di guarigioni, di eventi straordinari.

Così «ieri come oggi – scrive Pizzulli – autoproclamati pastori e apostoli che nel sud del mondo sostituiscono la figura dello sciamano, ingannano tanti con la promessa di guarigione, benessere e salvezza. L’enfasi sulla guerra demoniaca porta coloro che sono nel bisogno e nella malattia ad affidarsi ai guru del proprio tempo, invece che a Cristo e non solo in Africa».

Al di là dei dati, recentemente diffusi su organi di stampa, che ci dicono che la pandemia da Covid ha portato a una crescita del numero di sette sataniche, è acclarato come in contesti di particolare vulnerabilità, molti vadano alla ricerca di certezze e, in particolare di qualcuno, di un “salvatore”, che dia loro tali certezze.

Manipolando la Bibbia a proprio uso e consumo, distorcendo il significato dei Vangeli, Branham e i suoi seguaci approfittavano delle fragilità e dei bisogni delle persone, per isolarle completamente dal resto del mondo, in primis dalle loro famiglie, dai loro affetti, dalla realtà esterna descritta come fonte di ogni male, abitata da forze demoniache.  Jones fece breccia anche perché condiva i suoi sermoni di messaggi antirazzisti dal vago sapore socialista e induceva a credere nella possibilità di creare un paradiso in terra. Le sue tecniche di lavaggio del cervello, portarono 913 persone a togliersi la vita, in Guyana nel novembre 1978, poi si puntò la pistola alla testa.

Cosa possono fare le chiese e cosa può fare la magistratura sono le due domande a conclusione del lavoro di Pizzulli. Sul primo quesito viene messo in chiaro che libertà religiosa non significa lasciare spazio a una discrezionalità dove individui possono prendere il sopravvento sugli altri. Nessuna libertà religiosa può ammettere violenze, fisiche o psicologiche. Nelle chiese si sta diffondendo la sensibilità a contrastare condotte, non soltanto di pastori, contrarie alla dignità delle persone, quando non in aperta violazione all’integrità personale. Dall’altra parte, invece, «sul piano giuridico regna il nulla e chi si adopera a favore delle vittime di derive settarie e invoca un decreto legge viene ingiustamente accusato di essere contro i movimenti religiosi.

https://riforma.it/2024/02/21/la-chiamano-religione-ma-e-bramosia-di-possesso/

venerdì 23 febbraio 2024

In libreria: Davide Romano, “Bagnarsi di sole, nutrirsi d’arte. L’Italia vista dai russi”, Edizioni ExL


Il tema dei rapporti italo-russi è sconfinato e perpetuo. Il presente lavoro cerca di comprendere e rappresentare i momenti nodali dell’incontro tra l’Italia e la Russia. L’Italia fu uno dei primi Stati dell’Europa Occidentale con cui i principi della Moscovia riuscirono a instaurare rapporti culturali stabili e proficui. L’assimilazione della cultura italiana da parte dei russi fu, per certi aspetti, decisiva per gli sviluppi dell’architettura, della scultura, della pittura, della musica e del teatro operistico. Inoltre, l’Italia nel corso dei secoli è divenuta per l’anima russa “il paradiso in terra”. Proprio qui venivano a studiare e a divertirsi i russi più facoltosi e famosi; proprio qui scelsero di curare il corpo e l’anima i russi più disperati; proprio qui alcuni di loro scelsero anche di morire.

Davide Romano, giornalista. Da sempre attivo nel mondo del volontariato e appassionato di studi religiosi, lavora da molti anni nell’ambito della comunicazione politica, culturale, religiosa e sindacale. Ha scritto e scrive per numerose testate ed è stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura “Nuovo Mezzogiorno” e del mensile della “Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98”.

Ha pubblicato, tra l’altro: "L'amore maldestro", Palermo 2001; “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo”, Prefazione di Paolo Scrima, Palermo 2003; “La buriana e altri racconti”, Prefazione di Maurizio Rizza, Palermo 2003; “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, Palermo 2003, 2004;  “L’anima in tasca”, Prefazione di Antonio Riolo, Palermo 2004; “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia”, Palermo 2004; “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre”, Palermo 2005; “25 e non li dimostra. Storia della Funzione pubblica Cgil-Sicilia”, Palermo 2005; “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera”, Presentazione di Rosalinda Camarda, Prefazione di Pino Apprendi, Palermo 2005;  “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa, Con un contributo di don Vitaliano della Sala, Palermo 2007; “A mio padre con rabbia” in Aa. Vv., “Specchio poetico. Raccolte in dialogo”, Sant’Arcangelo di Romagna (Rn) 2008; “Bagnarsi di sole, nutrirsi d’arte. L’Italia vista dai russi”, Palermo 2010, 2015; (con Fabio Bonasera) “Inganno padano. La vera storia della Lega Nord”, Prefazione di Furio Colombo, Palermo 2010, 2011;  “Uno spettro s'avanza. Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Presentazione di Paolo Ferrero, Prefazione di Daniele Gallo, Palermo 2011, 2013.

Ha curato, fra gli altri, i seguenti volumi: Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944–1960”, Presentazione di Italo Tripi, Prefazione di Oliviero Diliberto, Palermo 2009; Ines De Benedetti, “Poesia nascosta. Le ricette della cucina tradizionale ebraica italiana”, Palermo 2013, 2015, 2017; Tatiana Kalinina, "Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa”; Lev Tolstoj, “Riflessioni di un vegetariano”, Palermo 2017; Lev Tolstoj, “Vita di Gesù e altri scritti”, Palermo 2017. 

Ha fondato la comunità informale di cristiani “La Compagnia del Vangelo” per il servizio degli ultimi.

mercoledì 21 febbraio 2024

La storia dei Valdesi in quattro volumi per gli 850 anni del Movimento

 


 

Il grande progetto editoriale ideato dalla Società di Studi Valdesi con l'editrice Claudiana

Per gli 850 anni della nascita del movimento dei valdesi - nato nel 1174 come rinnovamento spirituale detto dei "Poveri di Lione" su iniziativa di un certo Valdo che, ancora prima di Francesco d'Assisi, auspicava il ritorno a un cristianesimo pauperista - Claudiana, editrice di riferimento del mondo protestante in Italia, ha realizzato il grande progetto editoriale ideato dalla Società di Studi Valdesi de La storia dei valdesi, che arriva in libreria con i primi due dei quattro volumi complessivi (gli altri due volumi sono attesi entro la fine di marzo).

Si tratta di una grande opera scientifica collettiva, inter-generazionale e inter-disciplinare, frutto degli ultimi cinquant'anni di studi e ricerche compiuti secondo una pluralità di sguardi e approcci metodologici da parte di un centinaio di storici e storiche nonché studiose e studiosi (solo in minoranza di estrazione valdese) di sociologia, antropologia, linguistica, letteratura, teologia e altre discipline coordinati da quattro curatori, specialisti dei diversi periodi trattati - rispettivamente Francesca Tasca per il Medioevo, Susanna Peyronel Rambaldi per il Cinque e Seicento, Gian Paolo Romagnani per il Settecento e l'Ottocento fino alla Breccia di Porta Pia e Paolo Naso dalla fine dello Stato pontificio al 1990 - e organizzata in quattro volumi suddidivisi cronologicamente per raccontare 850 anni di storia valdese, dalla nascita all'adesione alla Riforma protestante, dalle persecuzioni alla concessione dei diritti civili, fino alla piena cittadinanza nell'Italia democratica.

Come spiega Gian Paolo Romagnani, presidente della Società di Studi Valdesi e curatore del terzo volume dell'opera, "quest'impresa è stata concepita allo scopo di aggiornare la narrazione, sostanzialmente ferma alla vecchia Storia dei valdesi di Amedeo Molnar, Augusto Armand Hugon, Valdo Vinay, pubblicata fra il 1974 e il 1980, rileggendo le vicende di 850 anni di storia valdese alla luce della storiografia internazionale più aggiornata e fuori da ogni approccio confessionale o identitario, grazie alla collaborazione di quasi cento autori, per lo più esterni al mondo valdese. Con quest'opera, la Società di Studi Valdesi ha inteso fornire sia un contributo al dibattito storiografico internazionale, sia un'occasione di riflessione per il mondo evangelico italiano ed europeo".

Nata dalla necessità di ripensare la storia valdese, la nuova Storia dei Valdesi si pone quindi come sintesi importante dei migliori studi e approfondimenti degli ultimi cinquant'anni e come lavoro culturale volto ad abbandonare schemi precostituiti e proporre nuove interpretazioni derivanti dall'esplorazione di nuove fonti documentarie, nuovi temi, nuove correnti storiografiche e nuove sensibilità.

Il presidente Claudiana, Eugenio Bernardini, commenta: "Fin dalle origini, la chiesa valdese attribuisce grande importanza all'istruzione e alla cultura, strumenti indispensabili affinché chiunque possa leggere autonomamente la Bibbia e formare le proprie opinioni in ogni campo. La casa editrice Claudiana, che è punto di riferimento per la cultura protestante nel nostro Paese, ha il compito di tradurre in carta stampata questa convinzione, per cui era inevitabile che si impegnasse in questa grande impresa editoriale: le chiese e i movimenti religiosi hanno bisogno di una ricerca storica rigorosa su cui basare la consapevolezza che il proprio presente non nasce nell'oggi e che il proprio futuro non può non tenere conto dei legami con il passato. Se non si fondano su una solida base storica e scientifica, le grandi narrazioni collettive che nutrono le scelte culturali, politiche e sociali sono pura ideologia, propaganda di parte. Assumendo la storiografia preesistente, questa Storia lavora sulle principali tesi storiografiche degli ultimi decenni, su nuovi ambiti di ricerca e cerca di allontanarsi da una rappresentazione talora un po’ compiaciuta del valdismo".

(Fonte: Repubblica.it)

 

“Quando Tolstoj divenne vegetariano” di Davide Romano, giornalista


La riflessione sulle motivazioni etico-religiose e antropologiche di una scelta vegetariana è al centro di questo breve scritto del 1892, che fu a lungo noto con il titolo Il primo gradino, allusiva metafora dietro cui compare quell’ideale di ascetismo che Lev Tolstoj volle far proprio, a partire da un certo momento della sua vita. Il primo di un numero infinito di gradini di una colossale scalinata, la cui faticosa e travagliata ascesa costituisce l’unica via che conduce alla virtù.

 È noto a tutti quanto sia stata ricca di contraddizioni, di passioni, di pensieri e sentimenti la straordinaria esistenza di Lev Tolstoj. Quando, all’indomani di un’infanzia dorata, trascorsa nella lussuosa tenuta di famiglia a Jàsnaja Poljàna, dopo aver perso prematuramente i genitori, Tolstoj si trasferì in città, allora ebbe inizio quello che lui stesso definì “l’orribile ventennio di dissolutezza e di schiavitù all’ambizione, alla vanità e soprattutto alla carne”, un periodo di totale abbandono a ogni sorta di piacere, a cui si aggiunse poi l’esperienza della vita militare.

A questa giovanile immersione nella mondanità appagante e sensuale si contrapporrà, negli anni della maturità, un’intensa e mai placata tensione ascetica, un tormentato bisogno di purificazione interiore, di cui la scelta vegetariana rappresentò solo un aspetto. Per moltissimi anni, a partire dagli anni del suo rivolgimento spirituale, fra il 1870 e il 1880, e fino alla sua morte, avvenuta nel 1910, Tolstoj si nutrì esclusivamente di verdure, pane e legumi. Alla base di una simile risolutezza stavano delle profonde motivazioni filosofiche e ideologiche, in cui lo stoico distacco dalle passioni, di tradizione pagana, incontrava l’ideale cristiano del sacrificio e della rinuncia, e si fondeva con esso in un unico principio filosofico, secondo cui l’astinenza si pone come primo passo di un lungo percorso di elevazione spirituale.

Ma c’è un’altra ragione per cui lo scrittore di Jàsnaja Poljàna si dichiara convinto sostenitore della scelta vegetariana, ed è il suo rifiuto della violenza o, in senso più ampio, il suo intimo e inestinguibile sentimento di amore per la vita, la sensazione di potersi appropriare del significato pieno e profondo dell’esistenza proprio attraverso il conseguimento di un’armonia con la natura.

L’ideale nonviolento tolstojano, com’è noto, fu di ispirazione a Gandhi, il quale dichiarò di aver creduto nella nonviolenza proprio grazie alla lettura, nel 1894, del saggio Il Regno di Dio è in voi. Tutto il sistema di pensiero di Tolstoj trae origine dall’ansia religiosa che lo anima, e l’intera sua produzione letteraria, dagli anni Settanta in poi, risente di questa sua disposizione interiore. Il fervore della sua religiosità è la chiave per interpretare non soltanto la sua produzione saggistica ed esegetica, ma anche quella narrativa, nonché l’intera sua complessa spiritualità, la sua filosofia, il suo stile di vita, fino alle sue scelte nell’alimentazione.

La questione del vegetarianismo era stata centrale nel dibattito culturale europeo dell’Ottocento, come attesta il grande interesse riscosso, in tutto il vecchio continente, dall’opera dell’inglese H. Williams, The Ethics of Diet, pubblicata nel 1878. Il presente saggio apparve qualche anno dopo, nel 1892, proprio come prefazione all’edizione russa dell’opera di Williams. In una prosa dal tono sospeso fra la semplicità di un apologo e la letterarietà di certi riferimenti colti, la prospettiva etica di Tolstoj balzava in primo piano, nel fermo rifiuto dell’aberrante e innaturale atto di violenza di cui il consumo di carne è inglorioso corollario.

La straordinaria modernità del pensiero del grande filosofo russo si allaccia con forza alle più calde questioni che percorrono, a più di un secolo di distanza, la nostra società. L’attualità delle rivendicazioni del movimento animalista o il dilagante favore che incontra in questi nostri anni la scelta di un’alimentazione vegetariana rappresentano posizioni ideologiche estremamente affini alle istanze così appassionatamente caldeggiate dal vegliardo di Jàsnaja Poljàna, testimone lungimirante e intuitivo del suo secolo, un secolo di profondi rivolgimenti culturali, in cui il vecchio mondo dell’ancien régime, con tutti i suoi sentimenti e i suoi valori, tramontava, per lasciare spazio alla sensibilità nuova della società che nasceva.

 

Lev Nikolàevič Tolstoj nacque nel 1828 a Jàsnaja Poljàna, nella tenuta di proprietà della nobile famiglia materna, nei pressi della città di Tula. Dopo la perdita di entrambi i genitori, trascorse gli anni dell’adolescenza tra Mosca e Kazan, dove iniziò gli studi universitari. Nel 1851 ebbe inizio la sua avventura al fronte, nel Caucaso; sono questi gli anni in cui Tolstoj inizia a scrivere, e da lì a poco vedrà la luce il suo primo romanzo, Infanzia, pubblicato nel 1852, cui seguirà nel 1856I racconti di Sebastopoli, ispirato proprio all’avventura nell’esercito. Intorno ai trent’anni, Tolstoj decise di far ritorno a Jàsnaja Poljàna, dove rimase per gran parte della sua vita. Nel 1862 sposò Sonja Andrèevna Bers, e negli stessi anni pubblicò le opere che lo hanno reso immortale: Guerra e pace è del 1869, Anna Karenina del 1877. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Tolstoj attraversò un periodo di profonda crisi spirituale, dalla quale uscì grazie alla religione. Da questo momento, tutta la sua produzione letteraria, narrativa e saggistica risentì di una rinnovata prospettiva filosofica ed etico-religiosa. L’opera completa di Tolstoj è raccolta in 90 volumi, non ancora integralmente tradotti in italiano.


Il libro: Lev Nikolàevič Tolstoj, “Riflessioni di un vegetariano”, Prefazione e cura di Davide Romano, Edizioni EL


“Italia un Paese di scrittori (che non leggono)” di Davide Romano

L'Italia, si dice spesso, è il Paese dei santi, poeti e navigatori. Ma oggi, forse, sarebbe più corretto aggiornarlo così: il Paese de...