venerdì 24 novembre 2023

“Bellezza e necessità del silenzio” di Davide Romano




Viviamo in un'epoca caratterizzata dalla frenesia, dalla costante connessione e dalla rumorosa sovrabbondanza di informazioni. In mezzo a questo tumulto, spesso dimentichiamo il valore essenziale del silenzio. Il silenzio non è solo l'assenza di suoni, ma un luogo di potenza e riflessione, un rifugio che offre molto più di quanto la vita moderna ci permetta di percepire.

 

"Il silenzio è un amico leale, un compagno che ci accompagna senza tradimenti." - Confucio

In un mondo dove le parole perdono spesso il loro significato nel caos delle comunicazioni, Confucio ci ricorda che il silenzio diventa un alleato prezioso. Non richiede spiegazioni verbali, ma ci invita a esplorare il nostro io più profondo, offrendoci un rifugio dalla costante sinfonia del mondo esterno.

 

"Il silenzio è una forma di espressione potente." - Paulo Coelho

Con eloquente semplicità, Paulo Coelho ci sottolinea che il silenzio grida con una voce udibile solo nell'intimità delle nostre anime. Nonostante la mancanza di parole, è in questo silenzio che scopriamo la forza nascosta e la verità autentica che a volte sfugge alle parole troppo pronunciate.

 

"Il silenzio dice molto di più di quanto siamo soliti esprimere verbalmente." - Eckhart Tolle

Le riflessioni di Eckhart Tolle ci suggeriscono che il silenzio è un linguaggio più puro e autentico, un modo di comunicare direttamente con il cuore senza il filtro delle parole. Nel silenzio, troviamo una forma di espressione che va oltre le limitazioni del linguaggio, rivelando pensieri e emozioni in modo più profondo.

 

"Il silenzio è un'arte." - Abraham Lincoln

Le parole sagge di Abraham Lincoln ci invitano a considerare il silenzio come un'arte. È la capacità di discernere ciò che merita di essere detto e ciò che può essere compreso meglio nella tranquillità della riflessione interna. Il silenzio diventa così un mezzo per mantenere i pensieri segreti e comunicare solo ciò che è veramente significativo.

 

In conclusione, il richiamo alla fedeltà del silenzio sottolinea la sua forza intrinseca, invitandoci a considerare la bellezza di questo amico silenzioso nelle diverse sfaccettature della nostra vita.

In un'epoca in cui la comunicazione è spesso veloce e superficiale, il silenzio diventa una risorsa preziosa. La sua bellezza risiede nella sua capacità di consentire la riflessione, alimentare la creatività e offrire un rifugio dalla frenesia del mondo esterno. Trovare momenti di silenzio nella nostra vita quotidiana diventa un atto di auto-amore, un'opportunità di riconnettersi con noi stessi e scoprire la ricchezza della nostra interiorità. In un mondo che sembra gridare costantemente, la bellezza del silenzio ci invita a scoprire la melodia profonda della nostra anima.

sabato 18 novembre 2023

“Padre Giovanni Semeria tra amore per i poveri e istanze moderniste” di Davide Romano

 


“L'abito di Lev Tolstoj, simile a quello di un contadino russo, e il suo pasto semplice e frugale delineano un quadro della sua vita quotidiana”. Si offre in questo modo ‘autore di “Guerra e pace” ai suoi visitatori. Fra questi, il padre Giovanni Semeria che però offre un giudizio aspro sul grande scrittore russo, sottolineando che la differenza tra Tolstoj e il contadino russo è equiparabile a quella tra la polenta che un ricco gusta per svago una volta all'anno e quella che un povero consuma per necessità ogni giorno della sua vita.

Nell'estate del 1903, il barnabita padre Giovanni Semeria si avventura in Russia insieme all'amico don Salvatore Minocchi con l'intento di visitare Jasnaja Poljana, la tenuta del settantacinquenne scrittore Tolstoj. Quest'ultimo è diventato un punto di riferimento culturale per i credenti che aspirano a un impegno più profondo nel riscatto dei poveri e auspicano una Chiesa più dinamica e attenta alle emergenze sociali. Durante il loro viaggio attraverso Vienna e San Pietroburgo, vengono calorosamente accolti da Tolstoj a Jasnaja Poljana.

In seguito a lunghe conversazioni, Semeria matura l'idea che sostenere chi è nel bisogno non può rimanere un'ideologia o un atteggiamento culturale, ma deve permeare la vita e l'attività della Chiesa nel cuore e nel midollo. Non basta limitarsi a un impegno intellettuale, come fa Tolstoj, il quale, secondo Semeria, sembra completamente assorbito dal problema morale e religioso. Se si vuole che il "umanitarismo" di Tolstoj si trasformi in "vero cristianesimo", ovvero in carità, occorre scendere in campo e sporcare le mani. Concetti che, 76 anni dopo, a Puebla, verranno chiamati "opzione preferenziale per i poveri". Questi concetti, oggi parte integrante del racconto quotidiano della Chiesa di Francesco, all'epoca di Semeria erano rivoluzionari e già anticipati in una sua corrispondenza per il Cittadino, scritta durante la sua esperienza in Russia. Nel corso degli anni, Semeria sviluppa e fa propri questi concetti fino a farli diventare il cuore della sua stessa esistenza.

Genocchi, d'altra parte, non condivide questa posizione e mantiene intatta la sua ammirazione per l'intelletto e la critica di Tolstoj. Le loro vie nella Chiesa, in un contesto modernista, si dividono rapidamente: Genocchi, sospeso a divinis, abbandona l'abito talare e diventa docente alla Sapienza, mentre Semeria, pur avendo ricevuto offerte da prestigiose università protestanti europee, dichiara piena fedeltà alla Chiesa. Dopo l'aspra esperienza della Prima guerra mondiale, diventa apostolo della carità e servo degli orfani, giungendo al punto di sacrificare la propria vita in condizioni di estrema difficoltà pur mantenendo la promessa fatta ai loro padri nelle trincee del fronte orientale.

Semeria, nato orfano di padre e cresciuto con una madre costretta a emigrare in Piemonte per sopravvivere, diventa uno dei preti più noti della sua epoca. La sua eloquenza e modernità nell'approccio lo rendono in grado di comunicare con le folle, intellettuali laicisti, soldati poveri al fronte e persino bambini ospitati nelle case fondate con don Giovanni Minozzi negli anni Venti.

Giovan Battista Montini, a Brescia, è uno degli esempi in cui il prete ha lasciato un segno significativo. Paolo VI stesso ricorda come Semeria abbia confortato i genitori preoccupati per Montini durante il suo periodo di formazione in seminario, predicendo che un giorno sarebbe diventato "vescovo e anche di più". Nelle discussioni successive alla morte, si è parlato ampiamente delle simpatie moderniste di Semeria, del suo ruolo come cappellano militare nella Grande Guerra, della sua vasta cultura e delle sue relazioni con i letterati più famosi. Tuttavia, la sua "opzione per i poveri", teorizzata in tempi rivoluzionari e messa in pratica con l'aiuto di don Giovanni Minozzi attraverso la fondazione dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia per assistere gli orfani di guerra, è rimasta in secondo piano. La sua devozione al Sacro Cuore e a Maria, insieme al costante richiamo all'esempio della croce e alla sua ardente spiritualità, sono aspetti spesso trascurati della sua figura.

Se durante le sue grandi predicazioni a Roma e Genova Semeria plasmava "ogni parola nella preghiera", negli ultimi anni della sua vita scriveva conferenze e libri con l'unico scopo di raccogliere fondi per sfamare i suoi "figli". Questo sforzo, compiuto di notte mentre era inginocchiato a terra con il foglio appoggiato su una sedia, rappresenta un'ascesi che si fonde perfettamente con la sua carità. Sempre più viveva per i poveri, più il suo sguardo si rivolgeva a Cristo. Una figura autentica e profetica della fede moderna, che ha sperimentato la depressione durante gli orrori delle trincee, ma è emerso più forte di prima. Il suo modo di affrontare la disperazione è in sé una profezia che ha lasciato alla Chiesa e al nostro tempo.

“La suora del West. Vita avventurosa di Rosa Maria Segale (meglio nota come suor Blandina)” di Davide Romano



In un'insolita storia legata al Far West, i protagonisti non sono i classici duelli tra pistoleri, gli assalti alle diligenze o le guerre tra indiani e il Settimo cavallerizzo. Al centro dell'attenzione emerge Suor Blandina, al secolo Rosa Maria Segale, una missionaria italiana inviata nel Far West dopo la metà dell'Ottocento per sostenere i poveri e i bisognosi. Recentemente, la diocesi di Santa Fe ha annunciato l'avvio del processo di beatificazione per Suor Blandina, la cui storia presenta persino un alone leggendario, incrociandosi per ben tre volte con quella di un temuto bandito: Billy the Kid.

Il primo incontro con il pistolero più veloce del West coinvolse un compagno della banda di Billy, ferito durante una lite e abbandonato in una baracca desolata. Suor Blandina si prese cura di lui per settimane, fornendo assistenza e impedendo che il malato si togliesse la vita. In un'altra occasione, riuscì a persuadere Billy the Kid a risparmiare la vita di quattro medici del paese che avevano rifiutato di curare il suo compagno ferito.

Il bandito e la sua banda progettarono di rapinare un convoglio, ma Billy, notando la presenza di Suor Blandina sulla carovana, decise di abbandonare l'impresa. Il secondo incontro avvenne nella città di Santa Fe, dove il giovane fuorilegge era rinchiuso in una cella di massima sicurezza per aver minacciato di assassinare il governatore Lew Wallace, autore del celebre romanzo "Ben Hur".

Suor Blandina, nata a Cicagna (Liguria) nel 1850, emigrò con la sua famiglia negli Stati Uniti all'età di quattro anni. Entrò nel convento delle suore della Carità nell'Ohio a 16 anni, assumendo il nome di Blandina in memoria di santa Blandina, martire nel 177 durante l'impero di Marco Aurelio. Dopo aver insegnato per sei anni, fu inviata come missionaria a Trinidad, in Colorado, con l'obiettivo di costruire una scuola pubblica.

A Trinidad, Suor Blandina si batté anche per l'abolizione del linciaggio, una pratica popolare che condannava senza pietà chiunque fosse ritenuto colpevole di furto di bestiame. Dopo Trinidad, fu inviata a Santa Fe, dove riuscì a fondare un ospedale e una scuola per orfani. Successivamente, a Albuquerque, creò una biblioteca pubblica e avviò la scuola pubblica "Nostra Signora degli Angeli" insieme alle altre suore di Carità.

L'ultima tappa della sua missione la riportò a Trinidad, in Colorado, dopo 12 anni di assenza. Qui, Suor Blandina continuò i suoi insegnamenti missionari, dedicandosi infine ai connazionali italiani emigrati nelle città americane in cerca di lavoro e un futuro migliore. La sua straordinaria vita è stata narrata da lei stessa nel diario "At the End of the Santa Fe Trail" (pubblicato nel 1932), basato sulle lettere scambiate con sua sorella Giustina, anche lei religiosa nell'Ohio. Il volume è stato pubblicato in Italia negli anni novanta con il titolo "Una suora italiana nel West".

 

"Tutta la Bibbia c’invita a meditare” di Davide Romano












La meditazione è una pratica plurimillenaria che ha dimostrato di apportare benefici significativi alla salute mentale e fisica di coloro che la adottano nella propria vita quotidiana. Mentre alcune persone possono associare la meditazione principalmente alle tradizioni orientali, è importante sottolineare che anche nella fede cristiana la meditazione ha un ruolo centrale. In questo articolo, esploreremo la profonda utilità e la necessità della meditazione cristiana attraverso citazioni ed insegnamenti che sottolineano l'importanza di questa pratica millenaria nel contesto della fede cristiana.

 

La ricerca interiore attraverso la meditazione:

Il cristianesimo ha una lunga tradizione di ricerca interiore e contemplazione. Il Salmo 1:2-3 afferma: "Ma il suo diletto è nella legge del Signore, e nella sua legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà il suo frutto a tempo debito, le cui foglie non appassiscono; tutto quello che fa avrà buon successo". Questa citazione evidenzia l'importanza di meditare sulla Parola di Dio come mezzo per trovare stabilità e successo nella vita.

 

La presenza di Dio nella meditazione:

La meditazione cristiana non è solo una riflessione intellettuale, ma un modo per entrare in relazione con il divino. Come affermato nel Libro di Giosuè 1:8: "Non si allontani mai dalla tua bocca questo libro della legge, ma medita in esso giorno e notte, perché tu osservi e metta in pratica tutto ciò che vi è scritto; perché allora riuscirai nelle tue imprese e prospererai". La meditazione qui è vista come un mezzo per attirare la presenza di Dio nella nostra vita quotidiana.

 

La pace interiore attraverso la meditazione:

Nel libro di Filippesi 4:7, San Paolo ci insegna che la pace che sorpassa ogni intelligenza può essere raggiunta attraverso la preghiera e la supplica, accompagnate dalla gratitudine. La meditazione cristiana, centrata sulla presenza di Dio e la riflessione sulla Sua Parola, è un veicolo per raggiungere questa profonda pace interiore.

 

La meditazione come atto di adorazione:

Nella meditazione cristiana, il momento di silenzio e di ascolto può diventare un atto di adorazione. Il Salmo 46:10 ci esorta: "State fermi e riconoscete che io sono Dio; sarò esaltato tra le nazioni, sarò esaltato sulla terra!". La meditazione permette di fermarsi, riconoscere la Divinità e adorare il Creatore.

 

Concludendo, la meditazione cristiana è un'antica pratica che trova fondamento nelle Sacre Scritture. Attraverso la riflessione sulla Parola di Dio e la ricerca interiore, i cristiani possono sperimentare una connessione più profonda con il divino e raggiungere una pace interiore che supera ogni comprensione. La meditazione, quindi, non solo trova legittimità nella fede cristiana, ma è anche vista come un cammino spirituale verso una vita più significativa e centrata su Dio.


“Accogliere senza giudicare. La forza della compassione e dell'empatia” di Davide Romano, giornalista

Nell'ampio spettro della convivenza umana, la diversità brilla come una gemma dai molteplici colori. Ogni individuo è unico nel suo insi...