“Quando la Chiesa dimentica di essere la casa della verità e si preoccupa solo di conservare il proprio potere, diventa complice del peccato che avrebbe dovuto denunciare”. Le parole di Hans Küng, teologo svizzero e acuto critico delle istituzioni religiose, sembrano descrivere perfettamente la crisi che ha travolto la Chiesa Anglicana, una delle colonne spirituali della Gran Bretagna, che è stata scossa da numerosi scandali che l'hanno allontanata dalla missione di Cristo.
In questa
analisi, cercheremo di capire come questa crisi sia esplosa e perché la Chiesa
d'Inghilterra sembri sempre più lontana dal risorgere. Come ammoniva il Vangelo
di Luca: “Non c'è nulla di nascosto che non sarà rivelato, né di segreto che
non sarà conosciuto” (Luca 12:2). E i segreti, nel caso della Chiesa Anglicana,
sono ormai in bella vista.
Il
crollo morale e il caso degli abusi
Uno dei capitoli più devastanti
riguarda gli abusi sessuali. Il Rapporto IICSA del 2019 ha sollevato il velo su
decenni di orrori nascosti all'interno della Chiesa Anglicana. Tra il 1940 e il
2018, furono identificate almeno 384 vittime di abusi sessuali. Le accuse non
si limitano a semplici membri del clero, ma coinvolgono alte gerarchie che,
invece di intervenire, hanno scelto di coprire gli abusi per proteggere la
reputazione dell’istituzione. Come il profeta Isaia scriveva: “Le tue mani sono
piene di sangue” (Isaia 1:15). Quel sangue simbolico è ora davanti agli occhi
di tutti.
Un esempio drammatico è stato
il caso di Peter Ball, vescovo di Gloucester, condannato per aver abusato di
giovani ragazzi. Nonostante le accuse fossero state sollevate già negli anni
’90, la Chiesa lo difese, garantendogli protezione, persino tramite membri
della famiglia reale. Lo storico Adrian Hastings scrisse in quel periodo che
“l’arroganza del potere ecclesiastico sembra prevalere sull’umiltà della fede,”
un’osservazione che si rivela tristemente profetica. Come dice San Paolo: “I
vescovi devono essere irreprensibili” (Tito 1:7), ma in questo caso,
l'irreprensibilità è stata sacrificata sull’altare dell’omertà.
Il
declino della fede: i numeri di un disastro spirituale
Al di là degli scandali morali,
la Chiesa Anglicana è minata da un progressivo abbandono della fede da parte
dei suoi fedeli. Secondo un sondaggio di YouGov del 2020, solo il 12% degli
inglesi si dichiara ancora anglicano, un crollo impressionante rispetto al 40%
del 1980. Ma il dato più allarmante è la partecipazione attiva: meno del 2%
della popolazione britannica partecipa regolarmente alle funzioni religiose.
Philip Jenkins, noto storico
della religione, ha sottolineato che "le istituzioni religiose che cercano
di adattarsi troppo velocemente alla modernità, paradossalmente, perdono sia il
senso della tradizione che la fiducia dei fedeli". La Chiesa Anglicana,
con i suoi tentativi di rimanere rilevante di fronte a una società sempre più
secolarizzata, ha progressivamente perso di vista il suo mandato spirituale. Si
ripete così il monito del Vangelo: “Il sale ha perso il suo sapore, con che
cosa lo si renderà salato?” (Matteo 5:13).
Corruzione
e gestione delle proprietà: il denaro sopra la fede?
Altro grande nodo riguarda la
gestione del patrimonio immobiliare della Chiesa. Si stima che la Chiesa
Anglicana possieda asset per un valore di circa 8.7 miliardi di sterline, ma le
continue vendite di chiese e terreni stanno alimentando critiche per una
gestione miope. Lord George Carey, ex arcivescovo di Canterbury, ha commentato
in merito: “La Chiesa sta vendendo la sua anima per far fronte a una crisi
economica, ma la crisi è spirituale”.
Le vendite di edifici storici,
spesso trasformati in alberghi di lusso o residenze private, sono state
duramente criticate anche da esponenti laici. L’economista David McWilliams ha
definito questa operazione “una svendita del patrimonio spirituale
dell’Inghilterra”. Il filosofo Alasdair MacIntyre ha poi riflettuto sul declino
delle istituzioni religiose occidentali, osservando che “il capitalismo moderno
corrompe le strutture tradizionali, compresa la Chiesa, dove il profitto diventa
il fine anziché il mezzo”.
Le
divisioni sui diritti civili: una chiesa spaccata
Le questioni morali hanno
ulteriormente diviso la Chiesa. Il dibattito sull’ordinazione di vescovi
omosessuali e il matrimonio tra persone dello stesso sesso ha creato uno scisma.
Durante la Lambeth Conference del 2022, molti vescovi provenienti da paesi
africani, dove la Chiesa Anglicana è particolarmente influente, si sono opposti
violentemente alle aperture progressiste della leadership britannica. John
Sentamu, arcivescovo emerito di York, ha osservato con amarezza: “Questa non è
più la Chiesa unita che una volta portava il Vangelo in tutto il mondo”.
Le province africane, come la
Nigeria e l’Uganda, hanno minacciato di abbandonare la Comunione anglicana,
ritenendo che la Chiesa britannica abbia tradito i valori tradizionali. In
merito, G.K. Chesterton, noto scrittore cristiano, diceva: “La Chiesa non ha
bisogno di cambiare per rimanere fedele, ma di rimanere fedele per cambiare il
mondo”.
Riflessioni
bibliche sul futuro della chiesa
Il futuro della Chiesa
Anglicana appare incerto. L’abbandono dei fedeli, le divisioni interne e il
tradimento dei principi fondamentali lasciano molti a chiedersi se
l’istituzione possa ancora recuperare la sua posizione di guida morale. “Chi scandalizza
uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia appesa al
collo una macina” (Matteo 18:6). Le parole di Cristo echeggiano sinistramente
nel contesto di oggi. La Chiesa, una volta faro morale del Regno Unito, sembra
aver perso la sua strada.
La domanda finale rimane: c’è
ancora spazio per il pentimento e la riforma? San Paolo scriveva: “Dove abbondò
il peccato, sovrabbondò la grazia” (Romani 5:20), ma tale grazia deve essere
cercata con un sincero ritorno alla verità. Il tempo dirà se la Chiesa
Anglicana sarà in grado di risollevarsi, o se affonderà definitivamente nel suo
declino.
Fonti:
• Independent Inquiry into Child Sexual Abuse (IICSA), 2019
• YouGov, 2020-2022
• Chesterton, G.K. "Orthodoxy", 1908
• Jenkins, Philip. "The Next Christendom", 2002
• Alasdair MacIntyre. "After Virtue", 1981
Commenti
Posta un commento