Se guardiamo ai numeri, la crisi
della Chiesa Luterana, uno dei pilastri della Riforma protestante, appare in
tutta la sua drammaticità. Un tempo simbolo di ribellione contro il centralismo
romano e l’autoritarismo papale, oggi la Chiesa Luterana si trova a dover
fronteggiare una crisi di identità e numeri che preoccupa i suoi stessi leader.
I dati non mentono: secondo un rapporto del Pew Research Center del
2023, in Germania, la patria del Luteranesimo, la partecipazione attiva alle
funzioni religiose è scesa al di sotto del 5%. Questo significa che oltre il
95% della popolazione luterana non mette piede in chiesa, se non per occasioni
speciali come matrimoni o funerali.
Il crollo delle
vocazioni e la perdita di fedeli
Le vocazioni sacerdotali sono ai
minimi storici. Nel 2022, in tutta Europa, solo il 2% dei pastori luterani era
sotto i 40 anni, segno di un clero sempre più anziano e scollegato dalle nuove
generazioni. Se confrontiamo questi dati con quelli di qualche decennio fa,
vediamo una caduta vertiginosa: nel 1950, i pastori luterani sotto i 40 anni
costituivano il 25% del totale. Il teologo tedesco Jürgen Moltmann, uno dei
pensatori luterani contemporanei più rispettati, scomparso da poco, qualche tempo
fa ha commentato amaramente: “La Chiesa Luterana sembra aver perso la capacità
di parlare al cuore delle persone. La nostra teologia, che un tempo ispirava
ribellione e cambiamento, oggi è percepita come sterile e lontana dalla realtà
sociale”.
Non solo in Germania, ma anche nei
Paesi scandinavi, tradizionalmente roccaforti del Luteranesimo, la situazione
non è migliore. In Svezia, dove oltre il 60% della popolazione si identifica
ancora come luterana, la partecipazione attiva alle funzioni religiose è scesa
al 2%. Per dare un’idea del cambiamento, negli anni ‘70, questa cifra era
intorno al 15%. Lo scrittore svedese Jonas Jonasson, nel suo libro L'analfabeta
che sapeva contare, ironizza su questo declino, descrivendo la Chiesa
Luterana come “un’antica nave senza vento, alla deriva nell’oceano della
modernità”.
La sfida del
secolarismo
Molti studiosi concordano nel dire
che la crisi della Chiesa Luterana è strettamente legata all’avanzare del
secolarismo. Le società moderne, soprattutto quelle europee, hanno sempre più
allontanato la religione dalle loro vite quotidiane. In Germania, ad esempio,
il 40% dei giovani tra i 18 e i 29 anni si dichiara ateo o agnostico. Il
sociologo Max Weber aveva già previsto questo fenomeno con il concetto di disincanto
del mondo, secondo il quale il progresso scientifico e tecnologico avrebbe
portato alla perdita di significato delle credenze religiose nella vita delle
persone.
Lutero stesso, con la sua radicale
riforma, aveva cercato di semplificare il rapporto tra l’uomo e Dio, eliminando
la mediazione ecclesiastica e promuovendo una fede personale e diretta. Ma in
un mondo dove la tecnologia e la scienza sembrano fornire risposte immediate e
concrete ai problemi dell’esistenza, la proposta luterana appare per molti come
obsoleta. La Chiesa Cattolica, con la sua struttura gerarchica e rituale
solenne, resiste meglio a questa tendenza, riuscendo a mantenere un legame più
stretto con le tradizioni e, paradossalmente, a offrire un rifugio a chi cerca
stabilità spirituale.
Divisioni interne e
contrasti dottrinali
Un altro aspetto della crisi è la
frammentazione interna. La Chiesa Luterana non è mai stata monolitica, ma negli
ultimi anni le divisioni si sono accentuate. Da un lato, vi è una corrente
progressista, rappresentata da figure come il teologo statunitense Nadia
Bolz-Weber, che promuove un’apertura verso le tematiche LGBTQ+ e una riforma
radicale del ruolo della donna nella Chiesa. Dall’altro, esistono gruppi
conservatori che vedono in queste aperture un tradimento della tradizione. Il
pastore danese Henrik Svenning, noto per le sue posizioni conservatrici, ha
recentemente dichiarato che “la Chiesa Luterana sta per perdere la sua anima
nel tentativo di rincorrere la modernità”.
Queste tensioni dottrinali hanno
portato a spaccature non solo all’interno delle singole comunità, ma anche tra
le diverse chiese luterane nazionali. Negli Stati Uniti, ad esempio, la Evangelical
Lutheran Church in America (ELCA) ha adottato posizioni progressiste su
molte questioni sociali, mentre altre chiese luterane, come la Lutheran
Church-Missouri Synod, mantengono una visione più tradizionale.
La perdita di
influenza politica
Sul fronte politico, la Chiesa
Luterana ha visto ridurre drasticamente la sua influenza. Se fino alla metà del
XX secolo, in paesi come la Germania, la Svezia e la Norvegia, i partiti
cristiano-democratici e conservatori avevano forti legami con la Chiesa
Luterana, oggi questo rapporto si è allentato. L’ex cancelliere tedesco Angela
Merkel, figlia di un pastore luterano, ha incarnato per anni una connessione
tra religione e politica, ma con il suo ritiro dalla scena politica, anche
questo simbolo di unione sembra destinato a scomparire.
Oggi, i partiti principali in Europa,
anche quelli di centrodestra, tendono a mantenere le questioni religiose ai
margini del dibattito politico. La globalizzazione e la crescente pluralità
religiosa hanno fatto sì che il Luteranesimo, un tempo motore di rivoluzioni
politiche e sociali, oggi sia relegato a una posizione marginale nella sfera
pubblica.
Un futuro molto incerto
Il futuro della Chiesa Luterana è
molto incerto. Da un lato, vi sono voci che chiedono un rinnovamento radicale,
che la renda più attraente per le nuove generazioni; dall’altro, c’è chi teme
che questo possa snaturare completamente la sua identità. Come ha scritto
recentemente lo storico britannico Diarmaid MacCulloch nel suo libro Christianity:
The First Three Thousand Years, “la sfida per il Luteranesimo non è solo
sopravvivere in un mondo secolare, ma trovare una nuova ragione d'essere”.
In questo contesto, la Chiesa
Luterana si trova davanti a un bivio: continuare a cercare un compromesso con
la modernità o riscoprire le proprie radici storiche e dottrinali per rimanere
fedele al messaggio originale di Lutero. Ma in un mondo sempre più distante
dalla spiritualità, il rischio è che qualsiasi scelta si riveli insufficiente.
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