giovedì 3 ottobre 2024

Palermo sabato 2 novembre, “Gesù è la Buona Notizia”. Corso di giornalismo per cristiani intraprendenti e curiosi



 

In un mondo inondato da informazioni, spesso false e fuorvianti, c'è chi desidera riportare la verità al centro della comunicazione. Ecco l'occasione perfetta per chiunque voglia esplorare il giornalismo con una prospettiva cristiana e imparare a difendersi dalle “bufale”. Il corso intensivo “Gesù è la Buona Notizia”, organizzato dalla Chiesa Cristiana Evangelica Mennonita di Palermo in collaborazione con il gruppo ecumenico La Compagnia del Vangelo, promette di essere un'esperienza formativa ricca e stimolante.

 

Una giornata di formazione completa

L'evento, in programma per una giornata intera, sabato 2 novembre 2024, dalle 9:30 alle 17:00, presso il Centro Agape in via Rinaldo d'Aquino, 9, a Palermo, si propone di esplorare il giornalismo a partire dalle sue radici storiche fino alle sfide moderne. In un'epoca dominata dalla sovrabbondanza di contenuti, in cui la distinzione tra vero e falso si fa sempre più sfumata, l'urgenza di riconquistare la missione originaria del giornalismo – raccontare la verità – è più forte che mai.

Guidati dal giornalista e fondatore della Compagnia del Vangelo, Davide Romano, i partecipanti affronteranno temi cruciali: dalle fake news e le tecniche per identificarle e smontarle, fino all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei nuovi media. Quest’ultima rappresenta una vera rivoluzione, già in atto ma ancora in fase di sviluppo, e sarà trattata con particolare attenzione per comprendere come può influire sull'informazione.

 

Mettere in pratica: scrivere e verificare

La parte teorica non sarà fine a sé stessa. Infatti, i partecipanti saranno messi alla prova con un'attività pratica: scrivere un articolo su un tema specifico, esercitandosi nella verifica delle fonti e nella cura della qualità dei contenuti. Sarà un momento di confronto diretto con la realtà giornalistica, un allenamento prezioso per chi vuole imparare a scrivere con consapevolezza e precisione, senza cedere alla tentazione di una superficialità che purtroppo dilaga.

 

Comunicare la fede nell'era digitale

Inoltre, una parte importante del corso sarà dedicata alle modalità più efficaci per comunicare la fede in un mondo iperconnesso e frammentato. La sfida è come annunciare il Vangelo in un contesto in cui l’attenzione è costantemente distratta, e i partecipanti impareranno a farlo con competenza e sensibilità.

 

Momento di riflessione e preghiera

La giornata non si limiterà a nozioni tecniche e professionali. Al termine, è previsto un momento di riflessione spirituale e preghiera, durante il quale verranno letti brani biblici sul tema della verità e della comunicazione. Un'opportunità per riconnettere il lavoro giornalistico con i valori spirituali e per riflettere su come portare avanti la missione di diffondere la Buona Notizia.

 

Informazioni pratiche

Il corso è aperto a tutti e richiede solo un contributo simbolico di 10 euro, che coprirà tutto il materiale didattico. Non serve portare altro che una Bibbia e, ovviamente, tanta voglia di imparare! Oltre alla pausa caffè, i partecipanti potranno condividere un pranzo al sacco, un'occasione per fare rete e approfondire le tematiche trattate in modo informale.

Per iscrizioni e ulteriori informazioni, potete contattare Franco Arena al numero +39 335-7826153 o via email a francoarena@tin.it.

Non perdete questa occasione unica di unire fede e giornalismo, imparando a difendere e diffondere la verità con passione e competenza.


martedì 1 ottobre 2024

“Madre Teresa di Calcutta: una vita al servizio dei poveri, tra fede e azione” di Davide Romano, giornalista





Se si dovesse cercare un simbolo di amore incondizionato e compassione, lo si troverebbe certamente in Madre Teresa di Calcutta. La sua vita rappresenta una delle testimonianze più straordinarie di come la fede possa trasformarsi in azione concreta e tangibile. Gonxha Agnes Bojaxhiu, al secolo Madre Teresa, nacque a Skopje nel 1910, in una famiglia benestante d’origine albanese. Il destino volle però segnare presto la sua vita con la sofferenza: la morte prematura del padre nel 1919 lasciò la famiglia in difficoltà economiche, ma fu anche l’inizio di un cammino che avrebbe portato la giovane Agnes verso una vocazione religiosa profondamente radicata nella carità.

 

A dodici anni, Agnes sentì la prima chiamata al servizio di Dio, e fu nel 1928 che abbandonò la famiglia per entrare nell’Ordine delle Suore di Loreto. La sua formazione la portò in India, dove, tra i muri del convento e le vie polverose di Calcutta, visse i primi contatti con la povertà estrema che caratterizzava la società locale. E fu proprio questa miseria che, nel 1946, durante un viaggio verso Darjeeling, ispirò in lei quella che chiamava la “chiamata nella chiamata” – una seconda vocazione, più profonda, che l’avrebbe spinta a lasciare la vita conventuale per immergersi completamente nel servizio dei più poveri tra i poveri.

 

Il biografo Navin Chawla racconta come Madre Teresa, già durante i suoi anni da insegnante, fosse profondamente scossa dalla situazione di povertà e disperazione della popolazione di Calcutta. Ma fu solo dopo la decisione di lasciare l’Ordine di Loreto che poté dedicarsi totalmente al servizio dei bisognosi, fondando nel 1950 le Missionarie della Carità. In una delle sue riflessioni più famose, ella stessa disse: “Non posso fermare la guerra, non posso combattere contro la carestia, ma posso prendere un bambino e dargli da mangiare”. Questa frase racchiude l’essenza della sua missione: non era una rivoluzionaria in senso politico o sociale, ma una donna di fede che agiva, giorno dopo giorno, nel silenzio del servizio.

 

Nel 1962, Madre Teresa ricevette il Padma Shri, una delle più alte onorificenze civili indiane, ma il vero riconoscimento arrivò nel 1979 con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. Tuttavia, non fu mai affascinata dalle luci della ribalta. Lei stessa, in occasione del ritiro del Nobel, dichiarò: “Non merito questo premio. Io sono solo uno strumento nelle mani di Dio”. La sua vita fu un costante richiamo alla modestia, come conferma lo storico britannico Malcolm Muggeridge, che la definì “una santa viva, che brilla nel buio della sofferenza”.

 

Anche Indro Montanelli, che ebbe modo di parlare di lei in alcune sue riflessioni sul giornalismo e la società, la considerava un'icona del nostro tempo. Montanelli, sempre lucido e critico, riconosceva in Madre Teresa una grandezza che andava oltre i confini della religione e delle culture: “In un mondo dove tutto sembra vacillare, lei resta l’unica certezza, l’unico faro di carità vera. Una donna minuta, che ha fatto ciò che tanti uomini potenti non sono riusciti a fare: dare dignità a chi sembrava condannato all’invisibilità”.

 

La figura di Madre Teresa ha, nel corso degli anni, attirato critiche, come quelle mosse da Christopher Hitchens, che accusava la sua opera di non risolvere realmente i problemi dei poveri, ma di essere solo una risposta “spirituale” alla sofferenza umana. Tuttavia, è importante comprendere il contesto in cui operava. Come disse Giovanni Paolo II durante la sua beatificazione nel 2003: “Madre Teresa ha portato la luce di Cristo in mezzo ai più poveri, ai morenti, ai sofferenti. Il suo amore era un riflesso dell’amore divino, che non si misura in termini di efficienza, ma di compassione”.

 

Nonostante le critiche, la sua opera si diffuse rapidamente. Nel 1952 aprì la casa per moribondi a Kalighat, e nel corso degli anni le Missionarie della Carità si espansero in tutto il mondo, raggiungendo le zone più remote e pericolose del pianeta. Nel 1965, Paolo VI concesse l’approvazione pontificia alla congregazione, riconoscendo ufficialmente il suo carisma.

 

“Siamo solo una goccia nell’oceano”, diceva Madre Teresa, “ma se non ci fosse quella goccia, l’oceano sarebbe più piccolo”. Le sue parole, così semplici e al contempo potenti, risuonano ancora oggi come un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi verso gli altri.

 

Madre Teresa è stata canonizzata da papa Francesco il 4 settembre 2016. Oggi, il suo messaggio di amore e carità continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Come scrisse Pier Paolo Pasolini, che la conobbe personalmente, “ha nei tratti impressa la bontà vera […] senza aloni sentimentali, senza attese, tranquilla e tranquillizzante, potentemente pratica”. In un’epoca di conflitti e divisioni, il suo esempio rimane una luce guida per chi crede che, con piccoli gesti quotidiani, si possa davvero cambiare il mondo.

 

Palermo sabato 2 novembre, “Gesù è la Buona Notizia”. Corso di giornalismo per cristiani intraprendenti e curiosi

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