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venerdì 23 agosto 2024

“Valdesi, 850 anni di fedeltà alla Bibbia e alla coscienza” di Davide Romano, giornalista



Quest’anno, in un’Italia spesso smemorata, ricorre un anniversario di quelli che meriterebbero una riflessione attenta: 850 anni di storia valdese. Una celebrazione che non si esaurisce nel riconoscimento della longevità di una comunità religiosa, ma che rende omaggio a una fedeltà incrollabile – alla Bibbia e alla coscienza – che ha guidato i Valdesi attraverso i secoli, tra persecuzioni, esili e rinascite.

La storia dei Valdesi comincia nel 1174, quando un mercante di Lione, Pietro Valdo, fa qualcosa di rivoluzionario, per non dire folle, agli occhi dei suoi contemporanei: abbandona tutte le sue ricchezze e si dedica alla predicazione del Vangelo. E non lo fa perché cerca potere o gloria, ma perché è folgorato dalle parole di Cristo: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi" (Matteo 19:21). Da qui nasce un movimento che sfida apertamente l’autorità ecclesiastica, rifiutando ogni dottrina che non trovasse un fondamento nelle Sacre Scritture. Un gesto di disobbedienza? Sì, ma fatto con quella serietà e quel rigore che solo chi è convinto della bontà della sua causa può mostrare.

Per i Valdesi, la Bibbia è stata – e rimane – la loro bussola morale, il loro punto di riferimento in un mondo che, spesso, ha cercato di spegnere quella luce che portavano con sé. Lo storico Giorgio Tourn, che conosce questa storia come pochi, non ha dubbi: "I Valdesi hanno sempre mantenuto un forte legame con la Bibbia, considerandola come la loro unica regola di fede e di vita". Non sono parole leggere. In tempi in cui dichiararsi fedeli alla Bibbia significava rischiare la vita, i Valdesi hanno resistito a crociate, massacri, esili. Pensiamo alle "Pasque Piemontesi" del 1655, un massacro che avrebbe potuto annientare un popolo meno determinato. Ma i Valdesi, come sempre, hanno resistito. Non per ostinazione, ma per una fedeltà che scaturisce da una convinzione profonda.

E questa fedeltà non si limita solo alla Bibbia. C’è un altro elemento che rende unico questo movimento: la coscienza. Mentre il mondo intorno a loro cercava di imporre dogmi dall’alto, i Valdesi sostenevano, con una certa dose di anticipo sui tempi, il libero esame delle Scritture. Non aspettavano la Riforma per dire che "ogni uomo, di qualsiasi condizione, deve esaminare la propria fede alla luce delle Scritture e agire secondo la sua coscienza". Era il Sinodo valdese del 1532 a dirlo, quando in altre parti d’Europa si cominciava appena a sussurrare quello che i Valdesi proclamavano a gran voce. E non erano solo parole: era una dichiarazione di autonomia spirituale, che ha forgiato una comunità pronta a vivere secondo i propri ideali, senza compromessi.

Ecco, allora, che la fedeltà alla coscienza diventa anche una questione sociale. Per i Valdesi, non si trattava solo di salvare l’anima, ma di vivere in modo coerente anche nella società. Non è un caso se sono stati tra i primi a promuovere l’uguaglianza, la giustizia sociale, la difesa dei diritti umani. Questo perché, come ricordava il pastore Paolo Ricca, "la coscienza è l’altare su cui si compie il vero culto a Dio, un culto che richiede autenticità e coerenza, non conformismo". Ecco che la fedeltà alla Bibbia e alla coscienza diventa il perno su cui ruota tutta la loro esistenza, in un mondo che spesso preferisce compromessi e scorciatoie.

Oggi, a 850 anni dalla loro nascita, i Valdesi continuano a essere un esempio di integrità. Non è poco, in un tempo in cui i valori sono spesso messi all’asta. I Valdesi ci ricordano, con la loro storia, che la fedeltà ai principi fondamentali è la chiave per attraversare le tempeste della storia senza perdere la propria identità. Giovanni Miegge, un altro grande valdese, aveva scritto che "la fedeltà è la virtù dei forti", e non si può certo dire che i Valdesi abbiano mancato di forza nel corso dei secoli.

Celebrare questi 850 anni non è solo fare memoria di una storia passata, ma riconoscere l’importanza di una fede vissuta con autenticità, una fede che ha saputo resistere alla tirannia, all’esilio, alla marginalizzazione. I Valdesi sono una testimonianza vivente del potere della fedeltà alla Parola e alla coscienza. "Essere fedeli alla Bibbia e alla coscienza è la sfida di ogni generazione," ha detto Mario Cignoni, storico e, ça va sans dire, valdese. Oggi, come allora, i Valdesi ci mostrano che questa fedeltà non è solo possibile, ma anche indispensabile per costruire una società giusta e solidale.

Questo anniversario, dunque, è un’occasione per celebrare non solo la storia di una comunità, ma anche l’eredità spirituale e morale che essa continua a offrire al mondo. Perché, in un tempo in cui la spiritualità autentica è spesso messa alla prova, i Valdesi ci insegnano che la vera forza risiede nella coerenza tra fede e vita, tra la Parola e la coscienza, valori che, oggi come ieri, rappresentano le fondamenta su cui costruire un futuro di giustizia e di pace.


mercoledì 21 febbraio 2024

La storia dei Valdesi in quattro volumi per gli 850 anni del Movimento

 


 

Il grande progetto editoriale ideato dalla Società di Studi Valdesi con l'editrice Claudiana

Per gli 850 anni della nascita del movimento dei valdesi - nato nel 1174 come rinnovamento spirituale detto dei "Poveri di Lione" su iniziativa di un certo Valdo che, ancora prima di Francesco d'Assisi, auspicava il ritorno a un cristianesimo pauperista - Claudiana, editrice di riferimento del mondo protestante in Italia, ha realizzato il grande progetto editoriale ideato dalla Società di Studi Valdesi de La storia dei valdesi, che arriva in libreria con i primi due dei quattro volumi complessivi (gli altri due volumi sono attesi entro la fine di marzo).

Si tratta di una grande opera scientifica collettiva, inter-generazionale e inter-disciplinare, frutto degli ultimi cinquant'anni di studi e ricerche compiuti secondo una pluralità di sguardi e approcci metodologici da parte di un centinaio di storici e storiche nonché studiose e studiosi (solo in minoranza di estrazione valdese) di sociologia, antropologia, linguistica, letteratura, teologia e altre discipline coordinati da quattro curatori, specialisti dei diversi periodi trattati - rispettivamente Francesca Tasca per il Medioevo, Susanna Peyronel Rambaldi per il Cinque e Seicento, Gian Paolo Romagnani per il Settecento e l'Ottocento fino alla Breccia di Porta Pia e Paolo Naso dalla fine dello Stato pontificio al 1990 - e organizzata in quattro volumi suddidivisi cronologicamente per raccontare 850 anni di storia valdese, dalla nascita all'adesione alla Riforma protestante, dalle persecuzioni alla concessione dei diritti civili, fino alla piena cittadinanza nell'Italia democratica.

Come spiega Gian Paolo Romagnani, presidente della Società di Studi Valdesi e curatore del terzo volume dell'opera, "quest'impresa è stata concepita allo scopo di aggiornare la narrazione, sostanzialmente ferma alla vecchia Storia dei valdesi di Amedeo Molnar, Augusto Armand Hugon, Valdo Vinay, pubblicata fra il 1974 e il 1980, rileggendo le vicende di 850 anni di storia valdese alla luce della storiografia internazionale più aggiornata e fuori da ogni approccio confessionale o identitario, grazie alla collaborazione di quasi cento autori, per lo più esterni al mondo valdese. Con quest'opera, la Società di Studi Valdesi ha inteso fornire sia un contributo al dibattito storiografico internazionale, sia un'occasione di riflessione per il mondo evangelico italiano ed europeo".

Nata dalla necessità di ripensare la storia valdese, la nuova Storia dei Valdesi si pone quindi come sintesi importante dei migliori studi e approfondimenti degli ultimi cinquant'anni e come lavoro culturale volto ad abbandonare schemi precostituiti e proporre nuove interpretazioni derivanti dall'esplorazione di nuove fonti documentarie, nuovi temi, nuove correnti storiografiche e nuove sensibilità.

Il presidente Claudiana, Eugenio Bernardini, commenta: "Fin dalle origini, la chiesa valdese attribuisce grande importanza all'istruzione e alla cultura, strumenti indispensabili affinché chiunque possa leggere autonomamente la Bibbia e formare le proprie opinioni in ogni campo. La casa editrice Claudiana, che è punto di riferimento per la cultura protestante nel nostro Paese, ha il compito di tradurre in carta stampata questa convinzione, per cui era inevitabile che si impegnasse in questa grande impresa editoriale: le chiese e i movimenti religiosi hanno bisogno di una ricerca storica rigorosa su cui basare la consapevolezza che il proprio presente non nasce nell'oggi e che il proprio futuro non può non tenere conto dei legami con il passato. Se non si fondano su una solida base storica e scientifica, le grandi narrazioni collettive che nutrono le scelte culturali, politiche e sociali sono pura ideologia, propaganda di parte. Assumendo la storiografia preesistente, questa Storia lavora sulle principali tesi storiografiche degli ultimi decenni, su nuovi ambiti di ricerca e cerca di allontanarsi da una rappresentazione talora un po’ compiaciuta del valdismo".

(Fonte: Repubblica.it)

 

mercoledì 13 settembre 2023

“I Valdesi: Una Passione per la Fede e la Libertà” di Davide Romano



Nel cuore delle maestose Alpi italiane, tra scenari montani mozzafiato e una ricca storia di perseveranza, troverete i Valdesi. Questo gruppo di cristiani, noto anche come Chiesa Valdese, è animato da una passione profonda per la fede, la libertà e la giustizia.

I Valdesi affondano le loro radici in una tradizione di resistenza e ricerca della verità. Nel Medioevo, in un'epoca in cui la Chiesa Cattolica esercitava un controllo rigoroso sulla fede cristiana, i Valdesi si ribellarono coraggiosamente. Essi credevano in una fede semplice e autentica, basata sulla lettura diretta della Bibbia. La passione per la verità li spinse a tradurre la Bibbia in lingue comprensibili, rendendo la Parola di Dio accessibile a tutti.

La fede è il cuore pulsante della vita Valdese. La passione per Dio e la profonda connessione spirituale attraverso la lettura e lo studio della Bibbia sono le chiavi della loro identità. Essere Valdesi significa coltivare una relazione personale e appassionata con Dio, alla ricerca costante della verità spirituale.

La passione dei Valdesi si estende all'accoglienza della diversità. Questa comunità ha sempre aperto le porte a persone di diverse culture, credenze e stili di vita. L'inclusività è un segno distintivo della loro fede, dimostrando che l'amore per il prossimo supera qualsiasi barriera.

Essere Valdesi significa anche abbracciare l'impegno sociale e la giustizia. Questa comunità non si limita a vivere la propria fede nei confini delle chiese, ma s’impegna attivamente per migliorare il mondo che li circonda. Dall'assistenza ai bisognosi alla difesa dei diritti umani, i Valdesi incarnano la passione per la giustizia e la compassione.

L'essere parte della comunità Valdese è come essere parte di una grande famiglia. La solidarietà e il sostegno reciproco sono valori fondamentali. Nelle gioie e nelle sfide della vita, i Valdesi sono lì per gli altri, creando un legame che va al di là delle semplici appartenenze religiose.

Infine, la passione dei Valdesi si riflette nel loro impegno per la pace e la nonviolenza. Sono fermamente convinti che la pace sia un valore fondamentale del cristianesimo e lavorano instancabilmente per promuovere la comprensione e la conciliazione tra le persone.

Essere Valdesi, pertanto, è abbracciare una passione profonda per la fede, la libertà, la giustizia e l'amore per il prossimo. Questa comunità ha attraversato secoli di sfide, ma la loro passione per la verità e la ricerca spirituale continua a guidarli. Sono una testimonianza vivente di come la fede possa essere un faro luminoso nella notte, una guida per la vita e una fonte inesauribile d’ispirazione.


“Italia un Paese di scrittori (che non leggono)” di Davide Romano

L'Italia, si dice spesso, è il Paese dei santi, poeti e navigatori. Ma oggi, forse, sarebbe più corretto aggiornarlo così: il Paese de...