Davide
Romano, giornalista di lungo corso e fondatore della Compagnia del Vangelo, un
gruppo ecumenico informale che ha come scopo il dialogo e il servizio ai più
poveri, lancia un appello deciso e diretto al popolo d'Israele: “Fermatevi, la
vostra storia non può essere quella di una guerra eterna con i palestinesi.”
Romano, impegnato da anni nel dialogo interreligioso ed ecumenico, non si perde
in retorica, ma va dritto al punto: Israele deve fermarsi e riflettere, perché
la pace non è un’opzione tra tante, è l’unica via per uscire dal baratro.
Romano
richiama con forza le radici storiche e culturali del popolo israeliano. “Il
Talmud ci insegna: ‘Chi salva una vita, salva il mondo intero.’ E quante vite
si stanno perdendo oggi?”. Con queste parole, il giornalista sottolinea il peso
morale che grava sulle spalle di Israele. Per un popolo che ha conosciuto il
dolore dell’esilio e l’orrore della Shoah, Romano sottolinea che non si può
permettere che quelle stesse ferite giustifichino nuove ingiustizie. “La
violenza porta solo altra violenza”, scrive Romano, senza lasciare spazio a
interpretazioni.
Una storia che non può
essere ignorata
Nell’appello,
pubblicato sul blog della Compagnia
del Vangelo (https://lacompagniadelvangelo.blogspot.com), Romano cita
figure storiche come Martin Buber e Shimon Peres, ma lo fa per lanciare un
messaggio senza fronzoli. “Il vero dialogo non è tra amici, ma tra nemici”,
afferma, ricordando che la pace si costruisce con fatica e compromessi, non con
le armi. L'appello si rivolge non solo ai leader politici, ma anche al popolo
comune, a chi vive quotidianamente il conflitto e deve trovare il coraggio di
guardare negli occhi chi è dall'altra parte.
Un invito aperto a tutti
Romano
non si ferma a un generico richiamo morale. Invita chiunque, istituzioni e
cittadini comuni, a sottoscrivere il suo appello per la pace. Per aderire basta
inviare una mail a lacompagniadelvangelo@yahoo.com,
un gesto semplice che può fare la differenza. La convinzione di Romano è
chiara: “Ogni piccolo atto di sostegno al dialogo è un passo verso la pace, e
ignorare questo appello significa restare complici della violenza e
dell'indifferenza”.
La scelta obbligata
In
un contesto internazionale sempre più polarizzato, Romano chiude il suo appello
con una riflessione amara ma inevitabile: “O scegliamo la pace, o ci
condanniamo a vivere in un futuro di sangue e distruzione”. Non c’è spazio per
esitazioni: il tempo per agire è adesso, e il percorso verso la pace non può
più essere rimandato.
Per
Romano, la pace non è solo un desiderio o un’aspirazione, ma una scelta
obbligata. “Israele deve ricordare il suo passato per costruire un futuro
diverso”, conclude il giornalista, “perché la vera forza non sta nel brandire
le armi, ma nel trovare il coraggio di deporle e dialogare”.