Se al mondo ci fossero più persone come Davide Romano, la
nostra vita sarebbe forse più piacevole e bella. Di questa persona, di questo
fraterno amico, che il Signore ha messo inaspettatamente sul mio cammino posso
solo rendere grazie a Dio per la benedizione che è stato e continua ad essere
per il nostro convento e la nostra comunità del convento di San Marco al Capo,
a Palermo.
L’ho conosciuto per caso qualche anno fa perché accompagnava
un ragazzo della sua comunità che voleva fare del volontariato nella nostra
struttura che accoglieva anziani indigenti. Il ragazzo non è più venuto ma
Davide è rimasto. In quella occasione, quando l’ho guardato, ho capito che il
Signore me lo aveva mandato perché Lui voleva che facesse qualcosa per Lui
attraverso di me. E allora l’ho guardato e gli ho detto senza neppure
conoscerlo ancora: “Voglio aprire una mensa per i poveri della città. Mi vuoi
dare una mano?”. Si vedeva che era sorpreso, ci ha pensato un attimo e con una
luce immensa negli occhi mi ha risposto di sì.
Da quel momento è venuto tutte le settimane, usando tutto il
suo tempo libero, per preparare i pasti per i nostri poveri. Alle volte si è
trovato da solo a cucinare e a servire più di trenta persone. Sudato e
visibilmente stanco in estate, con una temperatura esterna 45 gradi, in cucina
almeno 10 di più, non ha mai fatto mancare cibo squisito e abbondante e
accoglienza per i nostri poverelli. Sempre sorridente. All’inizio il cibo della
mensa lo comparava soprattutto con le offerte raccolte al culto domenicale
della sua comunità, poi sono arrivate le donazioni e non è stato più
necessario. Inoltre, a poco a poco ha raccolto un gruppo di volontari, che oggi
sono circa 30, che ogni giorno da allora continua a gestire la mensa.
E ancora oggi, seppure lontano, continua a seguire il gruppo
e la sua attività, alcune volte anche facendo pubblicare articoli, che spesso
scrive lui stesso, su quello che facciamo in modo da raccogliere cibo e offerte
per i nostri poveri, oltre che sempre nuovi volontari. Il gruppo fin
dall’inizio è stato caratterizzato da una forte impronta ecumenica. Ed è
attualmente formato da cattolici, anglicani, mennoniti, protestanti di varie comunità
oltre che da aderenti dell’Esercito della Salvezza
Ha anche fondato un gruppo informale di volontari cristiani
che si chiama “La Compagnia del Vangelo” richiamandosi all’esempio, al martirio
e alla predicazione antimafia di padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il
15 settembre del 1993 per il suo impegno a favore degli emarginati in un
quartiere molto difficile di Palermo che si chiama Brancaccio. Da quello che
so, nella vita di Davide questo piccolo e sorridente prete cattolico aveva
avuto un ruolo importante.
Per le nostre attività, inoltre, ha creato un blog che ha
aggiornato quasi fino al giorno stesso della sua partenza.
Per la crescita spirituale e culturale dei volontari abbiamo
anche dato l’avvio insieme un book club di letture cristiane scegliendo libri
di ogni tradizione cristiana. Ma tutti riguardanti figure che hanno servito il
Signore nei poveri. Abbiamo discusso anche di un libro sull’Esercito della
Salvezza, oltre che di vari testi sul pensiero, la figura e la spiritualità del
nostro amato fondatore: il beato Giacomo Cusmano. Per gli eventi pubblici ci ha
sempre pensato lui. Ha chiamato i relatori, ha scritto e diffuso i comunicati
stampa e raccolto il denaro con la vendita dei libri per la mensa.
Inoltre, sempre per i volontari ma non solo, abbiamo anche
organizzato delle intense giornate di ritiro spirituale che abbiamo condotto
insieme.
Mi ha pure aiutato a stendere un piano di nuove attività
caritative per il quartiere quali uno sportello di ascolto per il disagio
mentale, visto che io sono pure psicologa, un ambulatorio medico gratuito e
tante altre cose. Per lavorare meglio, perché è uno che non si ferma mai e che
non dice mai di no, gli ho chiesto di venire a vivere per qualche settimana nel
nostro convento. Gli ho dato una stanza e lui ha seguito la nostra vita. Le
sorelle erano tutte molto contente perché è una persona disponibile e sempre
gentile. E quando è andato via per noi è stato un momento molto triste. La
nostra suora anziana di 99 anni, Natalia che lo chiamava “padre”, ha pianto e
non voleva che andasse via. Lui ha promesso che presto sarebbe tornato.
Per finanziare le nostre attività caritative ha avuto l’idea
di trasformare parte del convento in un b&b e un centro di spiritualità che
oggi funzionano a pieno regime. Anche in questo caso si è occupato di tutto lui
sia dal punto organizzativo che legislativo. Ha scritto per conto nostro al Santo
Padre ed è arrivata una toccante lettera di Papa Francesco colla quale
benediceva il lavoro che stavamo facendo.
Davide ci aveva già dato una mano regalandoci sedie,
scrivanie, lampade da tavolo, pc, cancelleria varia… perché una delle sue
caratteristiche è che non ha nessun attaccamento al denaro e alle cose ed è
felice perché è felice di poco.
Anzi, è più felice quando dà. E, quando ha deciso di lasciare
tutto per servire il Signore nei suoi poveri, gli ho visto dare tutte le sue
cose, dai vestiti alle pentole, ai quadri, ai libri… sembrava San Francesco
d’Assisi. Era felice di dare.
Ho voluto scrivere queste righe perché conosco ormai Davide e
so che lui non ama parlare di tutto quello che il Signore fa con lui e i suoi
talenti e sbaglia. È una persona molto umile e riservata ma qualche volta per
me lo è troppo.
Davide ama i poveri, li ama davvero così come ama il Signore
e li ama nel Signore. Davide è una benedizione per tutti. E la sua vita può
ispirare tanta gente a fare quello che lui ha fatto e sta ancora facendo.
(https://www.ilgiornaledipantelleria.it/palermo-davide-romano-secondo-me-di-suor-marie/)