“Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.” Con queste parole, il Vangelo secondo Matteo sembra invitare a riflettere su una realtà che oggi risuona più che mai: la semplicità come via di salvezza. In un’epoca in cui si predica la prosperità e la fede diventa sempre più complicata, ci sono i Mennoniti, che con disarmante coerenza vivono il Vangelo alla lettera. Niente spot televisivi, né megachiese con luci psichedeliche o pastori in giacca e cravatta. I Mennoniti restano fedeli al messaggio originale di Cristo, portando avanti una delle testimonianze più silenziose e autentiche del cristianesimo contemporaneo.
La testimonianza dei semplici
Se i grandi teologi si perdono in riflessioni astratte, i Mennoniti tornano all'essenziale. “Beati i poveri in spirito” (Matteo 5:3): semplicità, comunità, pacifismo. Mentre gli altri si azzuffano su dottrine o si perdono in litigi interminabili, i Mennoniti si limitano a vivere come suggerisce il Sermone sul Monte. Il teologo Karl Barth non ha esitato a lodarli: “In un'epoca in cui il cristianesimo sembra svuotato del suo significato originario, i Mennoniti ci mostrano con la loro vita cosa significa veramente seguire Cristo” (Dogmatica Ecclesiale). Barth sottolinea che, mentre altri cristiani inseguono potere e prestigio, i Mennoniti vivono una fede che è lontana da ogni compromesso.
La semplicità: uno stile di vita biblico
L’apostolo Paolo esorta i credenti a vivere una vita “tranquilla e pacifica, con tutta pietà e dignità” (1 Timoteo 2:2), un invito che i Mennoniti prendono sul serio. Non c’è posto per le complicazioni del mondo moderno. Mentre altrove il cristianesimo si avvicina al mercato e alla cultura pop, i Mennoniti rimangono saldi nella loro semplicità e modestia. Dietrich Bonhoeffer, nel suo Discepolato, ha elogiato questa scelta: “Chi vive secondo il Sermone sul Monte, come i Mennoniti, dimostra una fedeltà che spesso noi cristiani delle grandi tradizioni abbiamo dimenticato.”
La fede mennonita non ha bisogno di grandi proclami. Non ci sono pastori superstar, né gerarchie imponenti. Sono una comunità di uguali, dove la voce di tutti conta. Il teologo metodista George Peck ha ammesso: “I Mennoniti incarnano il vero spirito di fraternità cristiana, in cui non c'è distinzione tra ministri e fedeli, ma solo una comunità unita in Cristo” (The Methodist Quarterly Review).
Il rifiuto della violenza: una testimonianza di pace
I Mennoniti sono noti per la loro dedizione alla pace. Il loro pacifismo radicale non è una moda o una scelta politica: è un comandamento che proviene direttamente dal cuore del Vangelo. “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Matteo 5:44). In un mondo che idolatra la forza, i Mennoniti dimostrano che la vera forza sta nel rifiuto della violenza.
John Howard Yoder, teologo mennonita, ha affermato: “La nostra battaglia non è contro carne e sangue, ma contro le potenze spirituali. Il pacifismo è la più alta forma di fede” (The Politics of Jesus). Anche Reinhold Niebuhr, pur non essendo mennonita, ha riconosciuto il valore della loro posizione: “In un mondo di potere e violenza, i Mennoniti rappresentano una straordinaria testimonianza del potere della nonviolenza” (Moral Man and Immoral Society).
Il battesimo degli adulti: una scelta consapevole
Un'altra caratteristica distintiva è il battesimo degli adulti. “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Marco 16:16). Per i Mennoniti, la fede è una scelta consapevole, non qualcosa che può essere imposto a un neonato. Questa è una pratica controcorrente, ma profondamente biblica.
Karl Barth, pur sostenendo il battesimo infantile, ha dichiarato: “Il battesimo deve essere un atto di obbedienza e di fede. In questo, i Mennoniti hanno salvaguardato una verità essenziale della Chiesa” (Dogmatica Ecclesiale). È una scelta che non cerca facili consensi, ma richiede impegno e responsabilità.
Conclusione: cristiani controcorrente
In un mondo cristiano che sembra aver perso la sua bussola, i Mennoniti offrono una testimonianza che è, nel suo piccolo, rivoluzionaria. Vivono il Vangelo senza fare rumore, senza cercare potere o riconoscimenti. Sono un esempio vivente di ciò che significa seguire Cristo in modo autentico.
Come disse Menno Simons: “La fede che non porta frutto è una fede morta. Ma la fede che vive in Cristo porta sempre buoni frutti” (La Vera Fede). Se ci fosse un po’ più di mennonitismo nel mondo, ci sarebbero meno divisioni e più comunità di fede autentica. E, chissà, magari anche meno megachiese con schermi giganti e più silenzio, ma con un contenuto che parli direttamente al cuore.
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