Aggressione antisemita in autogrill, Davide Romano (La Compagnia del Vangelo) esprime solidarietà e lancia l’allarme sull’odio che ritorna

 


La Compagnia del Vangelo, attraverso la voce del suo fondatore Davide Romano, esprime profonda solidarietà alla famiglia ebraica aggredita in un autogrill nei pressi di Milano, vittima di un inaccettabile episodio di antisemitismo. Un padre e suo figlio, entrambi visibilmente ebrei, sono stati insultati pubblicamente con frasi violente e discriminatorie, tra cui: “A casa, assassini!”, “Siamo a Milano, non in Israele”, “All’inferno ci andrete prima o poi”, mentre si trovavano in fila per il bagno. A far da contorno a questa aggressione, lo slogan “Palestina libera”, trasformato in clava ideologica per colpire e umiliare.

«Non sono le urla a inquietare maggiormente», dichiara Davide Romano, giornalista e fondatore della Compagnia del Vangelo, «ma il contesto: l’indifferenza di chi assiste, il clima di ostilità che si genera, la facilità con cui l’odio si diffonde. È la maschera dell’antisionismo militante a preoccuparci, quella che sempre più spesso si tinge dei colori oscuri dell’antisemitismo».

Secondo Romano, non si tratta di un caso isolato: «Siamo davanti all’ennesimo segnale di un male antico che ritorna, travestito da protesta civile o da lotta per la libertà. Ma la libertà non si afferma aggredendo un bambino di sei anni, né augurando la morte a un padre per il solo fatto di essere ebreo. La storia europea – dai pogrom alla Shoah – ci ha insegnato che queste dinamiche vanno fermate all’origine, prima che diventino strutturali».

Nel ribadire la solidarietà alla famiglia aggredita, la Compagnia del Vangelo lancia un appello alla società civile, ai media e alle istituzioni: «Occorre vigilare e denunciare ogni forma di antisemitismo, anche quando si camuffa da antisionismo o da critica politica. Non basta indignarsi: bisogna educare, disinnescare i linguaggi dell’odio, riconoscere e condannare con chiarezza ogni violazione della dignità umana».

Romano conclude: «L’Europa ha già visto dove porta l’odio antiebraico. Oggi ha il dovere di reagire, non solo per tutelare i cittadini ebrei, ma per difendere se stessa. Ogni aggressione antisemita è uno sfregio alla civiltà democratica e un passo indietro per tutti. Non si tratta solo di ebraismo: si tratta di umanità, di convivenza, di futuro. E il futuro non può poggiare sull’odio».

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