Tu che conti i miei passi, Signore

 



Tu che conti i miei passi, Signore,
anche quelli che non ho voluto fare —
quelli dentro la notte,
con il cuore chiuso come pietra
e il volto di spalle.

 

Tu che sai
quanto pesa il cammino
quando non porta a nessuno,
quando l’erba si secca
e le voci si spengono
prima dell’alba.

 

Ti parlo senza parole:
non per timore,
ma perché la voce
mi è rimasta tra i denti,
tra i rami secchi
di preghiere spezzate.

 

Ogni giorno
metto il piede
dove non vorrei,
ma Tu lo sai,
tu che guardi
senza fermare.

 

Non chiedo che tu risponda.
Solo,
che tu ci sia
quando cadrò.

 

Che tu raccolga
il mio nome dimenticato
come un grano caduto
tra i sassi.

 

Tu che conti i miei passi, Signore,
fai che almeno uno
sia verso di Te.

 

(Davide Romano)


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