Morire-fiorire

 


Ho posato le mani
sul grembo della terra,
nera madre che tace.
Nel silenzio, un seme:
parola sepolta,
pianto d’ulivo,
sudore che sa di Getsemani.

 

Per fiorire devo morire.
Lo disse il chicco,
nel Vangelo della sera:
se non cade,
rimane solo,
e il cielo
non ha spighe né canto.

 

Così mi spoglio
delle foglie vecchie,
come un ramo
sotto il peso d’inverno,
e accetto la lama,
la croce,
il buio dell’attesa.

 

Ma nel buio
già s’apre la crepa:
luce che viene
dal fondo del sepolcro,
mattino che rompe
le pietre.

 

Chi perde la vita
la trova.
Chi muore d’amore
risorge.

 

(Davide Romano)

 

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