Non piango,
ma il cuore resta
come un altare spento
nella sera.
Napoli,
madre d’ombre e canto,
t’ho amata
più della mia carne,
più della vita quieta
che Dio mi offriva.
Eri fame e misericordia,
mani sporche e benedette,
labbra che pregano
col sangue dei vicoli.
Eri la piaga
che s’apre al cielo
come bocca d’innocente.
Io camminavo tra i tuoi figli
come un fratello di croce,
stringendo pane e preghiera,
sulle scale rotte
della Provvidenza.
Ora vado,
non per mio volere
ma per promessa fatta
a Chi non mente.
Ma resto
nella tua voce che grida,
nell’ostia spezzata
in ogni casa
che non chiude il cuore.
Voglio ricordarti così:
con il Vesuvio addormentato
come un leone santo,
e il mare,
quel tuo mare che sa parlare
più di mille prediche.
Non dimenticarmi,
o popolo mio.
Tu che hai creduto
quando tutto era buio.
Tu che hai cantato
sulle bare e nelle feste.
Ti porto sull’anima
come si porta la madre
quando si muore.
Cristo ti sia difesa.
E l’angelo delle lacrime
cammini ancora con te
fino all’alba.
(Davide Romano, 7 agosto 2025)
San Gaetano vicentino ama Napoli perdutamente ma lei la Napoli ammaliatrice come ha reciprocato il suo amore? Un amore non corrisposto e’ deforme. Ma complimenti la tua poesia sa veramente di Amore
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