“L’esigenza di superare la
frammentarietà delle interpretazioni teologiche fu dunque all’origine
dell’intenso lavoro di rilettura-riscrittura dei quattro Vangeli che Tolstoj
iniziava e portava a termine nell’arco di due anni, fra il 1880 e il 1881,
proprio allo scadere del decennio cruciale degli anni Settanta – si legge nella
prefazione del libro -. Ne veniva fuori l’Unificazione e traduzione dei quattro
Vangeli, cui seguiva alcuni anni dopo la pubblicazione di un compendio
divulgativo, la Breve esposizione dell’Evangelo”.
“L’idea centrale dell’insegnamento
evangelico è rappresentata, nella concezione tolstojana, dal Discorso della
montagna, in cui Gesù pronuncia il grandioso messaggio delle beatitudini. (…)
Avviene così la genesi della Vita di Gesù proposta in questa pubblicazione. La
natura umana del Cristo tolstojano balza in primo piano; ma l’accento è posto
sulla parola di Gesù, sulla semplicità del suo messaggio, sulla naturalezza con
cui egli indica la via verso il bene, con cui cerca di orientare l’umanità,
smarrita nella ricerca di un significato. Le parole di Cristo costituiscono la
base anche del secondo scritto, La felicità, ma in una forma che è più quella
di una piccola prosa filosofica, in cui la valenza etica dell’insegnamento
cristiano viene esplicitata fino a diventare un modello comportamentale: in tal
senso, forse, può apparire evidente la straordinaria attualità, o meglio,
l’immortalità del messaggio religioso, così come ci viene consegnato
dall’impareggiabile scrittore russo”.
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