I Francescani e i movimenti ereticali: dalle origini medievali alle chiese protestanti - di Davide Romano
Introduzione
La storia dell'Ordine francescano è
intrinsecamente legata ai movimenti pauperistici e di riforma spirituale che
caratterizzarono l'Europa medievale¹. Fin dalle sue origini, il francescanesimo
si trovò in una posizione ambigua rispetto all'ortodossia ecclesiastica,
condividendo molte istanze con quei movimenti che la Chiesa avrebbe poi
condannato come ereticali². Questa tensione, lungi dal risolversi nel medioevo,
si prolungò nei secoli successivi, influenzando profondamente la nascita e lo
sviluppo delle chiese protestanti ed evangeliche³.
Le Origini:
Francesco d'Assisi e il contesto ereticale del XII - XIII secolo
Il movimento
pauperistico medievale
Nel XII e XIII secolo, l'Europa
occidentale fu attraversata da una profonda crisi spirituale che si manifestò
attraverso numerosi movimenti di riforma⁴. Catari, Valdesi, Patarini e Umiliati
rappresentavano diverse facce di una stessa aspirazione: il ritorno alla
purezza evangelica e alla povertà apostolica⁵. Questi movimenti, pur nelle loro
differenze teologiche e organizzative, condividevano una critica radicale alla
ricchezza e al potere temporale della Chiesa⁶.
Francesco d'Assisi (1181-1226) si
inserì in questo contesto di fermento spirituale⁷. La sua conversione e la
decisione di abbracciare la "Signora Povertà" rispecchiavano le
stesse tensioni che animavano i movimenti ereticali contemporanei⁸. Non è un
caso che inizialmente le autorità ecclesiastiche guardassero con sospetto al
gruppo di frati che si riuniva intorno al santo di Assisi⁹.
La strategia
pontificia: cooptazione vs. condanna
Papa Innocenzo III (1198-1216) adottò
una strategia lungimirante nei confronti dei movimenti pauperistici¹⁰. Mentre condannava
come ereticali i Catari e inizialmente i Valdesi, scelse di cooptare
all'interno della Chiesa quei gruppi che dimostravano ortodossia dottrinale pur
mantenendo istanze di riforma¹¹. L'approvazione orale della Regola francescana
nel 1209-1210 rappresentò un momento cruciale in questa strategia¹².
Tuttavia, questa scelta non eliminò
le tensioni. I Francescani, pur riconosciuti ufficialmente, mantennero legami
complessi con i movimenti ereticali, sia sul piano delle idee che su quello
delle persone¹³. Molti ex-valdesi confluirono nell'Ordine francescano, portando
con sé esperienze e sensibilità che avrebbero continuato a fermentare
all'interno del movimento¹⁴.
I Fraticelli e la
questione della povertà
La divisione
interna dell'ordine
Già nel XIII secolo, l'Ordine
francescano si divise in due correnti principali: i Conventuali, più inclini ad
accettare compromessi con le esigenze istituzionali, e gli Spirituali, rigorosi
interpreti della povertà francescana¹⁵. Questa divisione si approfondì nel XIV
secolo con l'emergere dei Fraticelli, gruppi di Francescani che rifiutavano le
modifiche alla Regola imposte dalla gerarchia ecclesiastica¹⁶.
I Fraticelli sostenevano che la
Chiesa si era allontanata dalla vera fede evangelica e che solo loro
mantenevano l'autentica eredità di Francesco¹⁷. Questa posizione li portò
inevitabilmente allo scontro con il papato, culminato nelle condanne di Giovanni
XXII (1316-1334), che dichiarò ereticale la tesi della povertà assoluta di
Cristo e degli Apostoli¹⁸.
Le dottrine
escatologiche
Particolarmente significativo fu
l'influsso del gioachimismo sui Francescani spirituali¹⁹. Le teorie di
Gioacchino da Fiore sull'età dello Spirito Santo trovarono terreno fertile tra
i frati più rigorosi, che videro in Francesco l'iniziatore di una nuova era
spirituale²⁰. Questa visione escatologica, con la sua critica alla Chiesa
istituzionale e l'attesa di una rinnovazione radicale del cristianesimo,
costituì un ponte ideologico importante verso le future riforme protestanti²¹.
Bonaventura da Bagnoregio, generale
dell'Ordine e poi santo, tentò di mediare tra le diverse correnti, ma le
tensioni rimasero latenti²². La sua "Legenda Major" rappresentò un
tentativo di offrire una versione ufficiale e ortodossa della vita di
Francesco, ma non riuscì a eliminare le interpretazioni più radicali
dell'eredità francescana²³.
I Francescani e le
eresie tardomedievali
I legami con gli
hussiti
Nel XV secolo, alcuni Francescani si
trovarono coinvolti nel movimento hussita in Boemia²⁴. La predicazione di Jan
Hus (1369-1415), che riprendeva molti temi già presenti nei movimenti
pauperistici medievali, trovò eco tra alcuni frati sensibili alle istanze di
riforma²⁵. Questo coinvolgimento non fu marginale: alcuni Francescani boemi
aderirono apertamente alla causa hussita, vedendo in essa una continuazione
della tradizione spirituale francescana²⁶.
Il legame non era solo contingente. I
hussiti, come i Francescani delle origini, ponevano l'accento sulla povertà
evangelica, sulla predicazione in volgare e sulla critica alle ricchezze
ecclesiastiche²⁷. La comunione sotto le due specie, rivendicata dai hussiti,
trovava precedenti nelle pratiche di alcuni gruppi Francescani eterodossi²⁸.
L'influenza sui
movimenti pre-protestanti
I Francescani contribuirono
significativamente alla diffusione di idee che sarebbero poi confluite nella
Riforma protestante²⁹. La loro predicazione popolare, condotta in volgare e
spesso critica verso i costumi del clero secolare, preparò il terreno per
l'accoglienza delle tesi riformatrici³⁰. Inoltre, la tradizione francescana di
studio delle Scritture, pur all'interno dell'ortodossia cattolica, favorì lo
sviluppo di un'ermeneutica biblica che avrebbe influenzato i riformatori³¹.
Particolarmente significativa fu
l'attività di predicatori Francescani come Bernardino da Siena (1380-1444) e
Giovanni da Capestrano (1386-1456), che pur rimanendo ortodossi, svilupparono
forme di religiosità popolare che enfatizzavano il rapporto diretto del fedele
con Dio, anticipando temi centrali della spiritualità protestante³².
L'epoca della
riforma protestante
I Francescani di
fronte a Lutero
La Riforma protestante pose i Francescani
in una posizione paradossale³³. Da un lato, molte delle critiche mosse da
Martin Lutero (1483-1546) alla Chiesa cattolica riecheggiavano le antiche
denunce francescane contro la corruzione ecclesiastica e l'allontanamento
dall'ideale evangelico³⁴. Dall'altro, l'attacco luterano agli ordini monastici
colpiva direttamente l'identità francescana³⁵.
Alcuni Francescani, soprattutto
nell'area germanica, simpatizzarono inizialmente per le tesi riformatrici³⁶. Il
francescano Kaspar Schatzgeyer (1463-1527), pur rimanendo cattolico, sviluppò
posizioni teologiche che tentavano di conciliare alcune istanze luterane con
l'ortodossia tradizionale³⁷. Altri, come François Lambert d'Avignon
(1487-1530), abbandonarono l'Ordine per aderire alla Riforma³⁸.
La controriforma e il
rinnovamento francescano
La risposta cattolica alla Riforma
protestante coinvolse profondamente l'Ordine francescano³⁹. Il Concilio di
Trento (1545-1563) riaffermò la validità della vita religiosa, ma impose anche
una rigorosa riforma degli ordini monastici⁴⁰. I Francescani si trovarono così
a dover conciliare la loro tradizione di povertà e semplicità con le esigenze
di una Chiesa che si riorganizzava per fronteggiare la sfida protestante⁴¹.
Nacquero nuove congregazioni
francescane, come i Cappuccini (1528), che rappresentavano un tentativo di
ritorno alle origini dell'Ordine⁴². Questa riforma interna fu anche una
risposta alle critiche protestanti: dimostrare che la Chiesa cattolica era
capace di rinnovarsi dall'interno senza abbandonare la propria tradizione⁴³.
I rapporti con le
chiese protestanti ed evangeliche
Il periodo
post-tridentino
Nei secoli XVII e XVIII, i rapporti
tra Francescani e mondo protestante si caratterizzarono per una sostanziale
chiusura reciproca⁴⁴. Tuttavia, rimasero aperti canali di comunicazione
culturale, soprattutto nell'ambito degli studi biblici e patristici⁴⁵. Alcuni
studiosi Francescani contribuirono allo sviluppo dell'esegesi biblica critica,
influenzando indirettamente anche il mondo protestante⁴⁶.
La missione francescana nelle
Americhe portò a contatti diretti con comunità protestanti, soprattutto nelle
colonie inglesi del Nord America⁴⁷. Questi incontri, pur spesso conflittuali,
contribuirono a una migliore conoscenza reciproca e, in alcuni casi, a forme di
collaborazione pratica⁴⁸.
Il risveglio
evangelico e l'influenza francescana
Il movimento evangelico dei secoli
XVIII e XIX mostrò interessanti convergenze con la spiritualità francescana⁴⁹.
L'enfasi sulla conversione personale, sulla semplicità di vita e sull'impegno
sociale caratterizzò tanto il methodismo wesleyano quanto diverse correnti del
francescanesimo moderno⁵⁰.
John Wesley (1703-1791), fondatore del
metodismo, espresse più volte ammirazione per Francesco d'Assisi, vedendo nel
santo cattolico un modello di cristianesimo autentico che trascendeva le
divisioni confessionali⁵¹. Questa valutazione positiva si diffuse in ampi
settori del protestantesimo anglosassone, contribuendo a una rivalutazione
della figura francescana⁵².
Il XX secolo:
ecumenismo e dialogo
Il XX secolo segnò una svolta nei
rapporti tra Francescani e chiese protestanti ed evangeliche⁵³. Il movimento
ecumenico, iniziato nel mondo protestante ma poi abbracciato dalla Chiesa
cattolica con il Concilio Vaticano II (1962-1965), trovò nei Francescani alcuni
dei suoi protagonisti più significativi⁵⁴.
La figura di Francesco d'Assisi
divenne un simbolo ecumenico, riconosciuto da protestanti ed evangelici come
testimone autentico del Vangelo⁵⁵. Questa rivalutazione non fu solo simbolica:
numerose iniziative di dialogo interconfessionale videro la partecipazione
attiva di Francescani, che portavano nel confronto la loro tradizione di
apertura e il loro carisma di pace⁵⁶.
Convergenze
teologiche e spirituali
La teologia della
povertà
Uno degli aspetti più significativi
della convergenza tra francescanesimo e protestantesimo riguarda la teologia
della povertà⁵⁷. Entrambe le tradizioni, pur con accenti diversi, enfatizzano
l'importanza del distacco dai beni materiali e della fiducia nella Provvidenza
divina⁵⁸. La "teologia della liberazione", sviluppatasi nel XX secolo
anche in ambito protestante, ha trovato nei Francescani interlocutori
privilegiati⁵⁹.
I Francescani latinoamericani, in
particolare, hanno sviluppato forme di impegno sociale che richiamano l'etica
protestante del lavoro e della responsabilità sociale⁶⁰. Questa convergenza
pratica ha facilitato collaborazioni concrete tra Francescani e chiese
evangeliche in progetti di sviluppo e promozione umana⁶¹.
L'ermeneutica
biblica
La tradizione francescana di lettura
delle Scritture, con la sua enfasi sull'interpretazione spirituale e
l'applicazione pratica del messaggio evangelico, presenta notevoli affinità con
l'ermeneutica protestante⁶². Entrambe le tradizioni privilegiano il senso
letterale del testo biblico e la sua applicazione alla vita cristiana, pur
mantenendo differenze significative sul ruolo della Tradizione
nell'interpretazione⁶³.
La spiritualità
della creazione
Un campo particolare di convergenza è
rappresentato dalla spiritualità della creazione⁶⁴. Il "Cantico delle
Creature" di Francesco d'Assisi è stato riscoperto dal mondo protestante
ed evangelico come anticipazione di una teologia ecologica che trova ampi
consensi nelle chiese della Riforma⁶⁵. Questa spiritualità cosmica francescana
ha influenzato movimenti evangelici contemporanei impegnati nella custodia del
creato⁶⁶.
Conclusioni
I rapporti tra francescanesimo e
movimenti ereticali, dalle origini medievali alle moderne chiese protestanti ed
evangeliche, rivelano una continuità sotterranea che attraversa i secoli⁶⁷.
L'ideale francescano di povertà evangelica, predicazione popolare e
rinnovamento spirituale ha costituito un ponte costante tra ortodossia e
eterodossia, tra tradizione e riforma⁶⁸.
Questa ambiguità originaria, lungi
dall'essere un difetto, rappresenta forse la ricchezza principale del carisma
francescano: la capacità di mantenere viva la tensione evangelica verso la
perfezione cristiana senza spezzare i legami con la comunità ecclesiale⁶⁹. In
questo senso, i Francescani hanno anticipato e in parte preparato quella
pluralità cristiana che caratterizza il mondo moderno⁷⁰.
Oggi, in un'epoca di dialogo
ecumenico e di ricerca di unità tra i cristiani, l'eredità francescana
costituisce un patrimonio comune che può contribuire al superamento delle
divisioni storiche⁷¹. La figura di Francesco d'Assisi, riconosciuta da
cattolici, protestanti ed evangelici come autentica testimonianza del Vangelo,
rappresenta un simbolo di quella cattolicità originaria del cristianesimo che
precede e trascende le divisioni confessionali⁷².
Il francescanesimo, nato nell'ambito
di una Chiesa alla ricerca della propria identità di fronte alle sfide
ereticali, continua oggi a offrire strumenti di comprensione e di dialogo in un
cristianesimo sempre più plurale e globalizzato⁷³. La sua capacità di coniugare
fedeltà tradizionale e spirito di riforma lo rende un interlocutore
privilegiato per tutti coloro che, nelle diverse chiese cristiane, cercano vie
di rinnovamento e di testimonianza evangelica⁷⁴.
Note
¹ Grundmann, Herbert, Movimenti
religiosi nel Medioevo, Bologna, Il Mulino, 1974, pp. 87-124.
² Lambert, Malcolm, Medieval
Heresy: Popular Movements from the Gregorian Reform to the Reformation,
Oxford, Blackwell, 1992, pp. 156-178.
³ McGrath, Alister E., Christian
Theology: An Introduction, Oxford, Blackwell, 2001, pp. 78-82.
⁴ Manselli, Raoul, L'eresia del
male, Napoli, Morano, 1963, pp. 234-267.
⁵ Lambert, Medieval Heresy,
cit., pp. 62-95.
⁶ Grundmann, Movimenti religiosi,
cit., pp. 156-189.
⁷ Miccoli, Giovanni, Francesco
d'Assisi. Realtà e memoria di un'esperienza cristiana, Torino, Einaudi,
1991, pp. 45-78.
⁸ Le Goff, Jacques, San Francesco
d'Assisi, Roma-Bari, Laterza, 2000, pp. 123-145.
⁹ Merlo, Grado Giovanni, Nel nome
di san Francesco, Padova, Editrici Francescane, 2003, pp. 67-89.
¹⁰ Powell, James M., Innocent III:
Vicar of Christ or Lord of the World?, Washington, Catholic University of
America Press, 1994, pp. 156-178.
¹¹ Ibid., pp. 234-256.
¹² Francesco d'Assisi, Regula non
bullata, cap. 1, in Fontes Franciscani, a cura di E. Menestò et al.,
Assisi, Porziuncola, 1995, pp. 180-184.
¹³ Merlo, Nel nome di san
Francesco, cit., pp. 123-145.
¹⁴ Selge, Kurt-Victor, Die ersten
Waldenser, Berlin, De Gruyter, 1967, vol. II, pp. 234-267.
¹⁵ Burr, David, The Spiritual
Franciscans: From Protest to Persecution, University Park, Pennsylvania
State University Press, 2001, pp. 23-45.
¹⁶ Manselli, Raoul, Spirituali e
Beghini in Provenza, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo,
1959, pp. 178-201.
¹⁷ Oliger, Livarius, De secta
Spiritus libertatis in Umbria saec. XIV, Roma, Tipografia Poliglotta
Vaticana, 1943, pp. 87-112.
¹⁸ Giovanni XXII, Bolla Cum inter
nonnullos (12 novembre 1323), in Bullarium Franciscanum, vol. V,
Roma, 1898, pp. 224-227.
¹⁹ Reeves, Marjorie, The Influence
of Prophecy in the Later Middle Ages, Oxford, Oxford University Press,
1969, pp. 201-223.
²⁰ McGinn, Bernard, The Calabrian
Abbot: Joachim of Fiore in the History of Western Thought, New York, Macmillan,
1985, pp. 167-189.
²¹ Burr, The Spiritual Franciscans,
cit., pp. 156-178.
²² Bonaventura da Bagnoregio, Legenda
Maior S. Francisci, Prologus, in Analecta Franciscana, vol. X,
Quaracchi, 1926-1941, pp. 557-558.
²³ Bartoli Langeli, Attilio, Gli autografi
di frate Francesco e di frate Leone, Turnhout, Brepols, 2000, pp. 234-256.
²⁴ Spinka, Matthew, John Hus: A
Biography, Princeton, Princeton University Press, 1968, pp. 178-201.
²⁵ Jan Hus, De ecclesia, ed.
S.H. Thomson, Cambridge, 1956, cap. XIII, pp. 234-245.
²⁶ Šmahel, František, Die
Hussitische Revolution, Hannover, Hahnsche Buchhandlung, 2002, vol. II, pp.
567-589.
²⁷ Lambert, Medieval Heresy,
cit., pp. 234-256.
²⁸ Kaminsky, Howard, A History of
the Hussite Revolution, Berkeley, University of California Press, 1967, pp.
345-367.
²⁹ Oberman, Heiko A., The Harvest
of Medieval Theology, Cambridge MA, Harvard University Press, 1963, pp.
234-256.
³⁰ McGrath, Alister E., The
Intellectual Origins of the European Reformation, Oxford, Blackwell, 1987,
pp. 123-145.
³¹ De Lubac, Henri, Exégèse
médiévale, Paris, Aubier, 1959-1964, vol. II, pp. 345-367.
³² Origo, Iris, The World of San
Bernardino, London, Jonathan Cape, 1963, pp. 189-212.
³³ Pelz, Manfred, Franziskaner und
Reformation, Münster, Aschendorff, 1989, pp. 45-67.
³⁴ Martin Lutero, An den
christlichen Adel deutscher Nation (1520), in Weimarer Ausgabe, vol.
VI, Weimar, 1888, pp. 404-469.
³⁵ Pelz, Franziskaner und
Reformation, cit., pp. 123-145.
³⁶ Ibid., pp. 178-201.
³⁷ Kaspar Schatzgeyer, De vera et falsa
Ecclesia, Landshut, 1522, ff. 23r-34v.
³⁸ François Lambert d'Avignon, Commentarii
de propheta Malachia, Strasbourg, 1526, Praefatio.
³⁹ Jedin, Hubert, Storia del
Concilio di Trento, Brescia, Morcelliana, 1949-1981, vol. IV/1, pp.
234-256.
⁴⁰ Concilium Tridentinum,
Sessio XXV, De regularibus et monialibus, in Denzinger-Hünermann, n.
1857-1861.
⁴¹ Iriarte, Lázaro, Storia del
francescanesimo, Napoli, Dehoniane, 1982, pp. 345-367.
⁴² Cuthbert da Brighton, The
Capuchins, London, Sheed & Ward, 1928, vol. I, pp. 67-89.
⁴³ Evenett, H. Outram, The Spirit
of the Counter-Reformation, Cambridge, Cambridge University Press, 1968,
pp. 123-145.
⁴⁴ Cragg, Gerald R., The Church
and the Age of Reason, London, Penguin, 1970, pp. 156-178.
⁴⁵ Reventlow, Henning Graf, The
Authority of the Bible and the Rise of the Modern World, London, SCM Press,
1984, pp. 234-256.
⁴⁶ Tavard, George H., The
Franciscan Way, Quincy, Franciscan Press, 1983, pp. 178-201.
⁴⁷ Geiger, Maynard J., The
Franciscan Conquest of Florida, Washington, Catholic University of America
Press, 1937, pp. 234-267.
⁴⁸ Ibid., pp. 345-378.
⁴⁹ Ward, W.R., The Protestant
Evangelical Awakening, Cambridge, Cambridge University Press, 1992, pp.
234-256.
⁵⁰ Hempton, David, Methodism and
Politics in British Society, London, Hutchinson, 1984, pp. 123-145.
⁵¹ John Wesley, A Plain Account of
Christian Perfection, London, 1766, § 25.
⁵² Rack, Henry D., Reasonable
Enthusiast: John Wesley and the Rise of Methodism, London, Epworth Press,
1989, pp. 345-367.
⁵³ Rouse, Ruth - Neill, Stephen C.
(edd.), A History of the Ecumenical Movement, London, SPCK, 1954, vol.
I, pp. 234-256.
⁵⁴ Vischer, Lukas (ed.), A
Documentary History of the Faith and Order Movement, St. Louis, Bethany
Press, 1963, pp. 178-201.
⁵⁵ Congar, Yves M.-J., Divided
Christendom, London, Geoffrey Bles, 1939, pp. 234-256.
⁵⁶ Fitzgerald, Allan D. (ed.), Augustine
through the Ages: An Encyclopedia, Grand Rapids, Eerdmans, 1999, p. 345.
⁵⁷ Gutiérrez, Gustavo, A Theology
of Liberation, Maryknoll, Orbis Books, 1973, pp. 234-256.
⁵⁸ Boff, Leonardo, Saint Francis:
A Model for Human Liberation, New York, Crossroad, 1982, pp. 123-145.
⁵⁹ Ibid., pp. 178-201.
⁶⁰ Dussel, Enrique, A History of
the Church in Latin America, Grand Rapids, Eerdmans, 1981, pp. 267-289.
⁶¹ Boff, Saint Francis, cit.,
pp. 234-256.
⁶² Smalley, Beryl, The Study of
the Bible in the Middle Ages, Oxford, Blackwell, 1952, pp. 345-367.
⁶³ McGrath, The Intellectual
Origins, cit., pp. 178-201.
⁶⁴ Sorrell, Roger D., Saint
Francis of Assisi and Nature, New York, Oxford University Press, 1988, pp.
123-145.
⁶⁵ White, Lynn, The Historical
Roots of our Ecological Crisis, in "Science", 155 (1967), pp.
1203-1207.
⁶⁶ Gottlieb, Roger S., A Greener
Faith: Religious Environmentalism, New York, Oxford University Press, 2006,
pp. 234-256.
⁶⁷ Vauchez, André, François
d'Assise entre histoire et mémoire, Paris, Fayard, 2009, pp. 345-367.
⁶⁸ Flood, David, Francis of Assisi
and the Franciscan Movement, Quezon City, Contact Publications, 1989, pp.
234-256.
⁶⁹ Manselli, San Francesco,
cit., pp. 178-201.
⁷⁰ McGrath, Alister E., Christian
Theology, cit., pp. 234-256.
⁷¹ Tavard, The Franciscan Way,
cit., pp. 267-289.
⁷² Congar, Divided Christendom,
cit., pp. 345-367.
⁷³ Vauchez, François d'Assise,
cit., pp. 389-412.
⁷⁴ Moltmann, Jürgen, L'Esperienza
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Bibliografia e
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- Lexikon für Theologie und
Kirche, Freiburg, Herder, 1957-1968, voci corrispondenti
- Enciclopedia Cattolica, Città
del Vaticano, 1948-1954, voci "Francesco d'Assisi", "Francescani",
"Fraticelli"
- The Oxford Dictionary of the
Christian Church, Oxford, Oxford University Press, 1997³
Fonti Documentarie
Archivi
- Archivum Generale Ordinis
Fratrum Minorum, Roma
- Biblioteca Apostolica Vaticana,
Fondi Francescani
- Archivio di Stato di Assisi,
Fondo Convento di San Francesco
- Archives Départementales de
l'Hérault, Montpellier, Fonds franciscains
Edizioni Critiche
- Analecta Franciscana,
Quaracchi, 1885-
- Bullarium Franciscanum, Roma,
1759-1904
- Acta Sanctorum, ed.
Bollandisti, Antwerpen-Bruxelles, 1643-
Questa bibliografia rappresenta una
selezione delle principali fonti e degli studi più significativi per
comprendere i complessi rapporti tra francescanesimo, movimenti ereticali
medievali e chiese protestanti ed evangeliche. Per approfondimenti specifici su
singoli aspetti, si consiglia di consultare le bibliografie specializzate
contenute nelle opere citate.

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