Lascia, Signore,
che ti canti con nuda voce,
senza arpe né organi,
solo il fiato che mi hai dato
come vento tra le canne.
Non ho altro che polvere,
le mani vuote,
un cuore che trema:
eppure so che tu sorridi
al passero che cade,
alla pietra scalzata dall’acqua,
al fiore che non sa di essere bello.
Così, povero tra i poveri,
mi piego alla tua luce:
fratello sole che mi brucia,
sorella luna che consola
nel silenzio dei campi.
E in questa nudità
ti riconosco,
non nei troni
ma nella crepa del muro,
nel pane spezzato,
nel pianto che si scioglie in canto.
Lascia, Signore,
che la mia voce sia poca cosa,
un filo d’erba piegato al vento:
così tu solo risuoni,
così tu solo resti.
(Davide Romano)
Molto bella una lode quasi francescana.Bravo
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