“Madre Teresa di Calcutta: una vita al servizio dei poveri, tra fede e azione” di Davide Romano, giornalista
Se si dovesse
cercare un simbolo di amore incondizionato e compassione, lo si troverebbe
certamente in Madre Teresa di Calcutta. La sua vita rappresenta una delle
testimonianze più straordinarie di come la fede possa trasformarsi in azione
concreta e tangibile. Gonxha Agnes Bojaxhiu, al secolo Madre Teresa, nacque a
Skopje nel 1910, in una famiglia benestante d’origine albanese. Il destino
volle però segnare presto la sua vita con la sofferenza: la morte prematura del
padre nel 1919 lasciò la famiglia in difficoltà economiche, ma fu anche
l’inizio di un cammino che avrebbe portato la giovane Agnes verso una vocazione
religiosa profondamente radicata nella carità.
A dodici anni,
Agnes sentì la prima chiamata al servizio di Dio, e fu nel 1928 che abbandonò
la famiglia per entrare nell’Ordine delle Suore di Loreto. La sua formazione la
portò in India, dove, tra i muri del convento e le vie polverose di Calcutta,
visse i primi contatti con la povertà estrema che caratterizzava la società
locale. E fu proprio questa miseria che, nel 1946, durante un viaggio verso
Darjeeling, ispirò in lei quella che chiamava la “chiamata nella chiamata” –
una seconda vocazione, più profonda, che l’avrebbe spinta a lasciare la vita
conventuale per immergersi completamente nel servizio dei più poveri tra i
poveri.
Il biografo Navin
Chawla racconta come Madre Teresa, già durante i suoi anni da insegnante, fosse
profondamente scossa dalla situazione di povertà e disperazione della
popolazione di Calcutta. Ma fu solo dopo la decisione di lasciare l’Ordine di
Loreto che poté dedicarsi totalmente al servizio dei bisognosi, fondando nel
1950 le Missionarie della Carità. In una delle sue riflessioni più famose, ella
stessa disse: “Non posso fermare la guerra, non posso combattere contro la carestia,
ma posso prendere un bambino e dargli da mangiare”. Questa frase racchiude
l’essenza della sua missione: non era una rivoluzionaria in senso politico o
sociale, ma una donna di fede che agiva, giorno dopo giorno, nel silenzio del
servizio.
Nel 1962, Madre
Teresa ricevette il Padma Shri, una delle più alte onorificenze civili indiane,
ma il vero riconoscimento arrivò nel 1979 con l’assegnazione del Premio Nobel
per la Pace. Tuttavia, non fu mai affascinata dalle luci della ribalta. Lei
stessa, in occasione del ritiro del Nobel, dichiarò: “Non merito questo premio.
Io sono solo uno strumento nelle mani di Dio”. La sua vita fu un costante
richiamo alla modestia, come conferma lo storico britannico Malcolm Muggeridge,
che la definì “una santa viva, che brilla nel buio della sofferenza”.
Anche Indro
Montanelli, che ebbe modo di parlare di lei in alcune sue riflessioni sul
giornalismo e la società, la considerava un'icona del nostro tempo. Montanelli,
sempre lucido e critico, riconosceva in Madre Teresa una grandezza che andava
oltre i confini della religione e delle culture: “In un mondo dove tutto sembra
vacillare, lei resta l’unica certezza, l’unico faro di carità vera. Una donna
minuta, che ha fatto ciò che tanti uomini potenti non sono riusciti a fare: dare
dignità a chi sembrava condannato all’invisibilità”.
La figura di Madre
Teresa ha, nel corso degli anni, attirato critiche, come quelle mosse da
Christopher Hitchens, che accusava la sua opera di non risolvere realmente i
problemi dei poveri, ma di essere solo una risposta “spirituale” alla
sofferenza umana. Tuttavia, è importante comprendere il contesto in cui
operava. Come disse Giovanni Paolo II durante la sua beatificazione nel 2003:
“Madre Teresa ha portato la luce di Cristo in mezzo ai più poveri, ai morenti,
ai sofferenti. Il suo amore era un riflesso dell’amore divino, che non si
misura in termini di efficienza, ma di compassione”.
Nonostante le
critiche, la sua opera si diffuse rapidamente. Nel 1952 aprì la casa per
moribondi a Kalighat, e nel corso degli anni le Missionarie della Carità si
espansero in tutto il mondo, raggiungendo le zone più remote e pericolose del
pianeta. Nel 1965, Paolo VI concesse l’approvazione pontificia alla
congregazione, riconoscendo ufficialmente il suo carisma.
“Siamo solo una
goccia nell’oceano”, diceva Madre Teresa, “ma se non ci fosse quella goccia,
l’oceano sarebbe più piccolo”. Le sue parole, così semplici e al contempo
potenti, risuonano ancora oggi come un richiamo alla responsabilità di ciascuno
di noi verso gli altri.
Madre Teresa è
stata canonizzata da papa Francesco il 4 settembre 2016. Oggi, il suo messaggio
di amore e carità continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
Come scrisse Pier Paolo Pasolini, che la conobbe personalmente, “ha nei tratti
impressa la bontà vera […] senza aloni sentimentali, senza attese, tranquilla e
tranquillizzante, potentemente pratica”. In un’epoca di conflitti e divisioni,
il suo esempio rimane una luce guida per chi crede che, con piccoli gesti
quotidiani, si possa davvero cambiare il mondo.
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