"Sii povero e ama la
povertà. Ricorda che niente siamo, che niente possediamo, che niente vale la
pena tranne Dio." - Giuseppe Benedetto Labre
La
storia di Giuseppe Benedetto Labre, santo per la Chiesa cattolica romana, nonostante
le sue radici francesi, si intreccia in modo indelebile con il nostro Paerse,
dove ha vissuto gran parte della sua vita dedicandosi alla preghiera,
all'adorazione eucaristica e a un profondo senso di povertà e di condivisione
con i più poveri ed emarginati. Nato il 26 marzo 1748 ad Amettes, un piccolo
villaggio nella diocesi di Boulogne-sur-Mer, in Francia, Labre ha incarnato la
spiritualità attraverso una vita di rinuncia e servizio.
Labre
proveniva da una famiglia di agricoltori, ma fin dalla giovinezza, il suo cuore
era orientato verso la vita spirituale. A soli sedici anni, intraprese il
cammino della rinuncia alle ricchezze materiali, desiderando dedicare la sua
vita a Dio. Tuttavia, i primi tentativi di ingresso in ordini religiosi come i
Cappuccini e i Trappisti furono infruttuosi.
Nel
1770, Labre giunse a Roma, la Città Eterna, alla ricerca della sua vocazione
spirituale. Qui iniziò il capitolo più significativo della sua vita, caratterizzato
da una profonda devozione e povertà. La sua giornata era un perpetuo atto di
adorazione, passata pregando nelle chiese e nutrendo una vita ascetica. La sua
testimonianza di vita divenne presto una fonte di ispirazione per coloro che lo
incontravano.
"Sii come il pane: il
pane è per tutti e si dà a tutti. Sii anche tu per tutti." - Giuseppe
Benedetto Labre
La
vita di Labre era segnata da estrema povertà. Dipendeva interamente dalla
carità degli altri, eppure la sua gioia interiore e la sua pace lo rendevano un
faro di speranza per i poveri e gli emarginati di Roma. Indossava abiti logori
e digiunava quasi ininterrottamente, dimostrando che la vera ricchezza risiede
nella consacrazione a Dio.
Labre
trascorse gli ultimi anni della sua vita peregrinando tra le chiese di Roma e
compiendo pellegrinaggi a luoghi sacri. Nel periodo della Quaresima del 1783,
la sua salute peggiorò notevolmente, e il 16 aprile di quell'anno, a
trentacinque anni, chiuse gli occhi sulla terra. La sua morte fu accolta con
una mistura di tristezza e riconoscenza per la testimonianza di vita offerta.
La
fama di santità di Giuseppe Benedetto Labre si diffuse rapidamente. Il suo
spirito di sacrificio e la sua dedizione alla povertà ispirarono molte persone.
La Chiesa Cattolica lo canonizzò il 8 dicembre 1881, riconoscendo ufficialmente
la sua santità.
"Il mio unico
desiderio è quello di essere santo." - Giuseppe Benedetto Labre
Oggi,
San Giuseppe Benedetto Labre è venerato come il patrono dei senzatetto, dei
pellegrini e dei giovani in cerca di direzione nella vita. La sua vita di
totale abbandono a Dio continua a ispirare milioni di persone in tutto il
mondo, insegnando che la vera ricchezza è nel dono di sé e nell'amore per il
prossimo.
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