Chi se ne frega dei poveri,
dei crocifissi d’ogni giorno,
dei sofferenti con l’anima spoglia,
noi abbiamo la carne, il sangue,
la vita – e questa sola,
da mordere fino all’ultima ora.
Dimentica i Giusti che piangono,
le lacrime che salgono come fiume nel deserto,
tu che parli di pietà e di croci,
la Bibbia urla: “Gustate e vedete che il Signore è buono”,
ma chi assaggia se non chi vive?
Vivi, non per pregare, non per soffrire,
ma per godere il dono — prima che il sudario cali.
Non c’è salvezza nella rinuncia,
né gloria nella carne spoglia,
solo un canto rabbioso alla vita
che si consuma, si accende, brucia —
fino all’ultimo respiro,
senza perdere tempo per piangere il misero.
Alzati, bevi il vino amaro e dolce,
spezza il pane, danza col peccato,
non per il cielo o per il paradiso,
ma per il corpo che palpita, il cuore che batte.
E se la giustizia è un’eco lontana,
se la misericordia è un sogno stanco,
noi abbiamo la vita —
e questa, soltanto questa,
da godere.
(Davide Romano)
E allora, se abbiamo solo questa vita, solo questa da godere , il chi se ne infischia é comprensibile o no? Il periodare sottolinea i dubbi che assalgono l'uomo contemporaneo. Rimane un po' di amaro in bocca, ma la poesia è anche questo. Grazie per il suo tenace impegno attraverso questo blog e per i suoi versi che alimentano sempre riflessioni nel lettore .
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